Tiglieto: un tuffo nella natura e nel passato

Per scoprire quella magia di vegetazione, architettura e paesaggio conosciuta come Tiglieto le strade possibili sono diverse e tutte affascinanti; chi sceglie il percorso immerso nel profondo entroterra del genovesato percorre la strada del Turchino che sale da Voltri e prosegue da Mele per l’intera Valle Stura fino a Rossiglione. Da qui, il collegamento è breve e immerso nel verde. In alternativa, c’è l’autostrada A26 con uscita a Masone. Chi preferisce la via savonese si inerpica all’uscita del casello A10 di Albisola scalando le varie Stelle che compongono le frazioni dell’omonimo comune, nativo di Sandro Pertini, per scoprire poi Urbe e Sassello fino ad arrivare a destinazione. Tiglieto, mix di culture anche nel nome: Tije in ligure, Muncuru in orbasco. Oggi, la comunità, immersa nel Parco Naturale del Beigua, raggruppa meno di 600 anime con un calo demografico di quasi 1000 persone rispetto agli inizi del Novecento. Lo spopolamento, la difficoltà di mantenimento dei servizi essenziali e una sfrenata ricerca della moderna comodità ha raggiunto anche quel paradiso. Lungo il torrente Orba, la storia indica stanziamenti stabili già nei secoli precedenti alla fondazione dell’abbazia cistercense del 1120-1122 e oggi celebre come Badia di Tiglieto. Corredata dal monastero con annessa chiesa romanica, la realtà fu una tra le prime costruzioni religiose erette in Liguria e in Italia. Protagonisti, i monaci cistercensi con l’edificazione che fu completata dall’ampio chiostro e dal convento. Un’attrazione per ogni età, perla del paese, che conserva tuttora la propria magia affacciata su silenziosi prati, garanzia di assoluta tranquillità per il fisico e la mente. Meta imprescindibile di visita al pari dell’antico ponte in pietra a cinque arcate disuguali ripristinato dai marchesi Raggio nel corso del XVII secolo. Tutto per una terra ideale in tema di escursioni con spunti originali rivolti alle famiglie. Tra le idee più suggestive, quella dell’anello: un percorso che parte dal bivio per Olbicella dove è possibile parcheggiare l’auto e fare scorta di acqua dall’unica fontanella presente sul sentiero. Seguendo il contrassegno giallo, inframezzato da una linea, si imbocca la via sterrata e in un ampio sentiero tra il bosco si raggiunge la provinciale per Martina d’Olba. Qui in salita per 150 metri, si segue, sulla sinistra, un sentiero che scende nuovamente nel bosco e la sorpresa coincide con rappresentazioni lignee della fauna: sagome utili anche come bersaglio per il vicino campo di tiro con l’arco. Il cammino, poi, trova un piccolo borgo rurale e il ponte di ferro che scavalca l’Orba. Successivamente, i resti di un’antica ferriera e ulteriori ponticelli in legno. A concludere l’anello giallo, una visita mozzafiato sul canyon. Oggi, chi ha scelto la vita a Tiglieto e dintorni coltiva un’economia principalmente agricola: miele, allevamento del bestiame e sfruttamento del sottobosco sono uniti all’espansione di piccole attività ricettive. Ugualmente, la cucina fa rima con territorio e prodotti di stagione. Funghi, carni di qualità, pasta casalinga segnano i profumi più richiesti nelle trattorie dell’appennino al confine tra le province di Genova e Savona. Un piatto in modo particolare connota quella montagna di Liguria.

Riferimento, una tipicità nata sulla collina varazzina di Alpicella e riproposta con differenti alternative anche nei borghi limitrofi intorno a Tiglieto: la Zeaia, conosciuta più a ponente come Zeraria. La sintesi è dell’enogastronomo Virgilio Pronzati: “Succulenta e nutriente, era realizzata con le parti meno nobili del maiale, facendo bollire per sei o sette ore in acqua la testina, i piedini, la coda, costine e orecchio con alcune foglie di alloro. Dopodiché, la carne era disossata e tagliata a pezzi, posta in vari piatti con una foglia d’alloro e coperta del brodo di cottura. Durante la notte, il brodo si trasformava in gelatina. Le famiglie più abbienti aggiungevano dei pezzi di gallina e di manzo. Ed ecco la nascita dell’antenata della testa in cassetta”.

Gilberto Volpara

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