La Val Merula, oasi faunistica tra gli ulivi

E’ il confine teorico – molto teorico – tra la taggiasca e la colombara, le due cultivar più rappresentative dell’olivicoltura in Riviera. E’ la Valle del Merula, piccolo, ma impetuoso torrente, che nasce a Testico, piccolo comune posto su un colle già considerato strategico dai romani, che segna il confine con Stellanello, altri piccolo comune, prima di arrivare al mare, ad Andora, dove crea una oasi naturalistica, piccola ma molto importante, con oltre 50 specie avvistate tra cui il cigno reale, il germano reale, l’anatra mandarina, l’oca cigno, il Moriglione, la Garzetta, l’airone bianco, l’airone cenerino, l’airone rosso, il martin pescatore, il cavaliere d’Italia, la gallinella d’acqua, la folaga e via dicendo.

E partiamo proprio dall’oasi per lasciarci alle spalle Andora, quella marina, per spingerci a Molino, la parte più antica della cittadina, e seguendo la strada che comincia a diventare un grande oliveto, salendo dolcemente. arrivare a Stellanello. Come tanti borghi dell’entroterra ligure Stellanello è un insieme di borgate, frazioni, tutte circondate da ulivi. Risale, almeno dai primi documenti, alle fine del 1100, feudo dei Marchesi di Clavesana. Gli Statuti, che davano maggiore autonomia, sono del ‘300, quando già il Castello sottano, di cui oggi rimangono pochi ruderi, era ampio e imponente. Da visitare le cinque parrocchie, una per frazione, San Damiano, San Gregorio, San Lorenzo, San Vincenzo e Santa Maria, a loro volta suddivise in borgate. Sovrastato dal Pizzo d’Evigno (989 m) e dal monte Ceresa (913 m), dai prati più alti, fioriti di ginestre nella prima estate, a Stellanello si pratica il parapendio e il volo con gli ultraleggeri a motore.

Interessanti i percorsi per il trekking, la mountain bike e per i cavalli.

Fra i suoi boschi, presso la chiesetta di Santa Maria del Bosco, troneggia una maestosa e roverella quercia di 200 anni di età, iscritta all’elenco degli alberi monumentali della liguria. Famosa per i suoi frantoi, con olio di eccellenza, Stellanello (così come Testico) vanta anche eccellenze gastronomiche da gustare nei suoi agriturismi e nei suoi ristoranti. Si riprende la strada della Val Merula per raggiungere Testico. La strada si inerpica, gli uliveti resistono, ma entrano anche castagni, nocciole, lecci. Storicamente Testico è più antica, il primo castrum Testagi, un insediamento considerato strategico e prettamente ad uso militare-difensivo lungo il crinale tra le valli Merula e Lerrone, lo crearono i romani. Alla dominazione romana seguì l’opera di evangelizzazione intrapresa dai monaci benedettini, che ribattezzeranno il luogo con il toponimo di San Pietro del Testico.

La chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo è la testimonianza dei benedettini anche se oggi si vede quella ricostruita nel XVII secolo in stile barocco.  Al suo interno da non perdere la splendida pala di Lazzaro Tavarone, risalente 1500 e gli affreschi settecenteschi sul battistero e sulla volta. Per chi ha voglia di trascorrere un pomeriggio passeggiando nei boschi è consigliato il percorso che porta al monte Arosio, dove sono visibili i resti dell’antico castello difensivo, costruito dai Doria nel XIII secolo.

Sulle montagne di Testico non mancano gli itinerari per trekking e mountain bike: da Testico si può salire al passo di San Giacomo di Cesio, al passo del Ginestro (677 m), al Pizzo d’Evigno (989 m) e, come detto, al monte Arosio (839 m). Il passo della Guerra, a pochi chilometri da Testico, era l’antico confine tra la Repubblica di Genova e il Regno di Sardegna.

Tra Stellanello e Testico, al Passu du Beu, fu scritta la canzone Fischia il Vento, e proprio di qui parte  il sentiero di Fischia il Vento, dedicato alla figura del partigiano Felice Cascione, che arriva a Casanova Lerrone.

Stefano Pezzini

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