Il Rosso e il Viola: i Gamberi di Santa Margherita Ligure

In Liguria con l’appellativo “gamberi rossi” è consuetudine definire due pregiate risorse della pesca a strascico, il Gambero Viola e il Gambero Rosso.

Il Gambero Viola, Aristeus antennatus e il Gambero Rosso, Aristaeomorpha foliacea, fin dalla prima metà del ‘900 venivano catturati in quantità e in proporzioni simili. Si tratta di gamberi di grossa taglia, che possono raggiungere i 25 centimetri di lunghezza; sono distinguibili per avere caratteristiche morfologiche e colori diversi: il gambero viola presenta un colore più tenue che va dall’arancio al violaceo, mentre il gambero rosso è caratterizzato da un color rosso scarlatto.

La pesca dei “gamberi rossi” ha una storia che parte da lontano. Se ne hanno evidenze già a partire dalla fine degli anni ’20, quando con l’avvento dei primi pescherecci a vapore, che a poco a poco sostituivano le paranze a vela, i pescatori liguri iniziarono ad allontanarsi sempre di più dalla costa, praticando la pesca a profondità superiori ai 200 metri, in zone fino ad allora inesplorate.

Le marinerie di Genova e S. Margherita Ligure, già a partire dal 1925, furono tra le prime in Italia ad esplorare questi fondali che si rivelarono di grande interesse, non solo per l’attività commerciale, ma anche per gli studiosi dell’epoca; infatti per la prima volta, presso i principali mercati locali, venivano sbarcati molti organismi marini di acque profonde fino ad allora poco conosciuti.

A partire dagli anni ’30, fu costituito un gruppo di ricerca dell’Università di Genova, per approfondire proprio questa tematica, ricordiamo Raffaele Issel, Renato Santucci e Alessandro Brian al quale fu assegnato proprio lo studio di diversi aspetti della biologia dei gamberi.

Tra i primi storici pescatori di Santa Margherita, il signor Giambattista “Baicin” Paccagnella, scoprì, proprio in quegli anni, le “cale” (zone di pesca) più redditizie per la cattura dei “gamberi rossi”. Dalle testimonianze dell’epoca si deduce che, dopo la pausa forzata dovuta agli eventi bellici della seconda guerra mondiale, se ne potevano pescare fino a 10 quintali al giorno per barca, tanto che la gente, stanca di mangiarli, era arrivata al punto di richiedere della frittura mista.

Negli anni ‘50 si verificò invece una progressiva diminuzione dei rendimenti di pesca e soprattutto della presenza del gambero rosso; da allora iniziò ad emergere la predominanza del gambero viola, che rappresenta tuttora più del 80% delle catture delle due specie.

I professori Giulio Relini e Lidia Orsi Relini, negli anni ’70, ripresero queste ricerche attraverso osservazioni e campagne di pesca svolte per la prima volta direttamente a bordo. Uno dei motopescherecci più utilizzato nel corso degli anni fu il “Lavoratore II” del signor Benedetto Paccagnella (figlio di “Baicin”). Questi studi hanno permesso di individuare una marcata stagionalità delle catture che, ieri come oggi, risultano più consistenti durante i mesi estivi e quasi esclusivamente formate dalle femmine (di dimensioni molto maggiori rispetto ai maschi) che rappresentano la frazione più pregiata di questo prodotto, ovverosia i “gamberoni” o “gamberi di prima categoria”.

Attualmente la pesca dei “gamberi rossi” a Santa Margherita viene praticata da un piccolo numero di motopescherecci di dimensioni contenute, in battute di pesca giornaliere che garantiscono un grado di freschezza e di qualità del prodotto decisamente elevato. Inoltre, il fatto che vengano utilizzate poche “cale storiche” nel Golfo del Tigullio è garanzia di uno sfruttamento sostenibile nel tempo di questa risorsa.

A sancire questo storico legame con il territorio, il comune di Santa Margherita ha recentemente concesso il marchio De.Co. (Denominazione Comunale), un riconoscimento che tutela, valorizza e garantisce la provenienza  di questo pregiato prodotto che da circa 90 anni delizia i palati dei liguri e dei turisti italiani e stranieri che frequentano la riviera.

Luca Lanteri

Fonti citate

  • Puppo M., 2015. La pesca a strascico nel Golfo del Tigullio: storia, ricordi, esperienze. Tesi di diploma, I.T.T.L. Nautico San Giorgio C. Colombo, Camogli.
  • Relini Orsi L., 1973. I crostacei batiali del Golfo di Genova nelle osservazioni di Alessandro Brian e nelle condizioni attuali. Atti V Congresso Nazionale Società Italiana di Biologia Marina. Ed. Salentina: 25-40.
  • Relini G., 2007. La pesca batiale in Liguria. Biologia Marina Mediterranea, 14 (2): 190-244.
  • Le fotografie dell’articolo sono di Stefano Gamba

La De.Co.

A fine 2018 si è concluso il percorso che ha portato il Gambero Rosso e il Gambero Viola pescati a Santa Margherita Ligure ad ottenere la denominazione comunale (De.Co.), importante per legare per sempre il prodotto al territorio. Un lavoro di squadra che ha visto in prima linea l’Assessore al commercio Valerio Costa, il rappresentante del neonato Consorzio dei ristoratori del Gambero Luciano De Angelis (Ascom), il comandate della Capitaneria di Porto Antonello Piras e la Cooperativa dei Pescatori nella persona del presidente Benedetto Carpi. Soddisfazione riassunta nella dichiarazione del sindaco Poalo Donadoni.
Finalmente il Gambero di Santa Margherita Ligure, eccellenza culinaria, ha una sua identità, una sua tutela e un suo disciplinare a garanzia dei consumatori». La De.Co. ha anche un logo che la identifica regalato dal grafico sammargheritese Mirko Grifoni.

Un entroterra di eccellenze

Santa Margherita Ligure è famosa per i gamberi ma non è solo un paese di pescatori. L’immediato entroterra, con la selva boschiva del Monte di Portofino, ha sempre avuto una tradizione contadina con produzioni limitate nella quantità ma di qualità eccellente di olio, vino, frutta e miele. Nel 2018 l’amministrazione comunale ha promosso un primo censimento delle aziende agricole operanti che portano avanti con passione e amore per il territorio lavorazioni che rischiavano di andare perdute. Spesso le porte sono aperte per degustazioni e visite e quindi vi invitiamo a farvi trasportare in un viaggio nei gusti e nelle antiche tradizioni. Le 9 aziende sono:

 

 

Azienda Agricola Adriano Casazza

Produzione di Olio DOP e liquori spiritosi genovesi a base di erbe. I prodotti sono certificati dal marchio del Parco di Portofino.

Via Baiucca 5 – Loc. Tea Bernarda

Tel. 0185.281740/3357073127

adriano.casazza@gmail.com

Apicoltura L’oro in bocca

Produzione di Miele Millefiori e di Acacia, Propoli. Sono disponibili per degustazione in loco e visite all’apiario.

Via Crosa dell’Olmo 28 – Tel. 388.0935691

Azienda Agricola Umberto e Carla Costa 

Produzione  olio DOP di alta Gamma. Umbero e Carla  affittano rustici all’interno della tenuta e organizzano visite e degustazioni nell’uliveto.

Via Partigiano Berto Solimano 44/A – Tel. 333.4339679 – www.agricolasantabarbara.it

Azienda Agricola Raffaele De Marchi

Produzione di Olio Evo e le Prugne Buonbocconi (Antica Frutta del Levante). Il suo olio è stato premiato con le 5 Gocce da parte di Bibenda, Fondazione Italiana Sommelier.

Via Costasecca 48 – Tel. 347.9697110

Azienda Agricola Il Cuore della Terra 

Produzione di Marmellate ai gusti particolari. Su richiesta si possono visitare i terreni e degustare in laboratorio. Via Garibotti 29/a – Tel. 348.4038410. www.ilcuoredellaterrasml.it

Agriturismo Il Leccio

Produzione di Olio EVO e 9 camere distribuite in tre case. Agriturismo di alto livello con due piscine. Via Privata dei Giuntini 14t

Tel. 0185.280453/335.5305710 – il.leccio.sml@gmail.com

Agriturismo Il Monte

Produzione di Olio EVO, olive in salamoia, mieli, marmellate di pomodori verdi e kiwi, vendita verdura e carne. Due mini appartamenti a disposizione. La fattoria è il luogo ideale per visite. Via Dolcina Alta 3 – Tel. 349.1777801 – www.ilmonteagriturismo.it

Azienda Agricola Pappatella Farm

Produzione di frutta e Verdura, olio aromatizzato, olive in salamoia, marmellate, pesto e piante da serra. La gioiosa presenza di animali ricorda le fattorie di un tempo.

Via Privata dei Giuntini, 14 – Tel. 338.5793384 – peppatella.farm@gmail.com

Azienda Agricola La Dolcina 

Produzione di miele millefiori di castagno. Aprono le porte per la visita alle 30 arnie e degustazioni.

Via Simone Stefani 17/c – Tel. 339.6224348 – valerio.audace@virgilio.it

 

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