Santuario di Savona: tra fede, arte e cucina

Era il 18 marzo 1536 quando al contadino Antonio Botta apparve, nella piccola valle savonese, la Madonna. La voce si sparse in tutta la vallata e come promesso l’Apparizione si ripetè l’8 aprile  e il messaggio finale fu “Misericordia, figlio, voglio e non giustizia”. In quattro anni sorse il tempio e per secoli fu uno tra i santuari Mariani più frequentati d’Europa, fino al 1858 quanto l’Apparizione di Lourdes cambiò la geografia europea delle grandi mete spirituali.

Sono passati oltre 480 anni ma il Santuario di Savona continua ad essere un luogo speciale per tutta la comunità locale che ha eletto la Madonna di Misericordia come suo santo patrono. La sera del 17 marzo in tutta la città di Savona fanno la comparsa i tradizionali “balunetti” mentre nel greto del Letimbro, sulla strada che porta al Santuario, gli abitanti della valle allestiscono cataste di legna e accendono grandi falò per rendere omaggio alla loro “Madonna” e prepararsi alla processione del giorno successivo. Alle ore 7,00 i pellegrini si ritrovano davanti al Duomo di Savona e percorrono le vie della città fino ad arrivare al quartiere di Lavagnola, dove si trova la prima delle nove cappellette che segnano il cammino fino al Santuario. La Processione si conclude con la grande messa solenne officiata dal Vescovo di Savona-Noli  sulla piazza della Basilica del Santuario, definita dallo storico dell’arte Giulio Carlo Argan “la più bella piazza del savonese”.  Accanto alla Basilica è collocato il Museo del Santuario che, nato negli anni Cinquanta del Novecento al fine di risistemare il museo-deposito ottocentesco e completamente ristrutturato nel 1986-1987, è attualmente costituito da un unico percorso di cui fanno parte lo storico Museo del Tesoro e la Sala Peluzzi. Il cuore del Museo è costituito dalla cella dei preziosi, dove sono ospitati gli splendidi gioielli donati alla Madonna tra cui spicca la Corona in oro, diamanti e pietre preziose che Papa Pio VII utilizzò nel 1815 per incoronare la Statua della Madonna di Misericordia e per ringraziare la comunità savonese dell’accoglienza durante i tre anni nei quali fu costretto da Napoleone a risiedere a Savona (museo visitabile su prenotazione).  Passate queste giornate il Santuario ritorna nella quiete fino all’anno successivo. Sono lontani i tempi in cui qui arrivavano migliaia di pellegrini anche durante il resto dell’anno ma merita comunque una visita anche perché è stato eletto come luogo di ispirazione da artisti anche di fama internazionale. Primo fra tutti Eso Peluzzi, del quale troverete le opere in una sala apposita del Museo ma ci piace anche citare Imelda Bassanello che è tutt’ora presente con il suo studio proprio sulla Piazza. Il suo stile è inconfondibile e moltissimi portoni e finestre della vallata sono opera sua. Suo è anche il presepe itinerante che si trasforma in una processione d’inverno: sulla strada sono state posate sculture realizzate con materiali di scarto che rappresentano bellissime figure tradizionali di bimbi che vi guideranno fino alla  Piazza. Naturalmente non possiamo dimenticare anche un percorso enogastronomico. La vallata del Letimbro è infatti una delle mete domenicali delle scampagnate savonesi e vi segnaliamo il Ristorante Trentadue, poche centinaia di metri passata la piazza principale. Il Ristorante Trentadue è l’osteria più antica a ridosso del “passo” tra la “Madonna” (Santuario) e Montenotte di Napoleone. Nella seconda metà dell’Ottocento condotta dai Lagasio, ai primi del Novecento ha conosciuto l’abile guida della “màma” Guglielmina Repetto in Lagasio. Negli anni Venti e Trenta vi prendevano respiro i clienti operai della Derpo (ora Enel) che lavoravano per allungare la linea elettrica, e così dalla 32ª palificazione l’osteria prese il nome e divenne Ristorante Trentadue. Ereditato dalla figlia Marcellina, il ristorante che fu caro anche al campionissimo Coppi, ha visto in seguito altre conduzioni fino… ai giorni nostri. Oggi Maurizio e Valeria tornano a proporre con rinnovato entusiasmo e rispetto delle migliori tradizioni la cucina genuina e naturale dell’antica conduzione familiare.

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