Diano Castello, patria del Vermentino

Il verde dei boschi, l’azzurro del mare, gli oliveti, i vigneti, i muretti a secco che ad un certo punto si fondono con le antiche mura e i palazzi in pietra, quasi un proseguire verticale del paesaggio terrazzato.

Diano Castello ha storia antica, quando il bosco, ancora selva, viene attraversato dal tracciato della via Iulia Augusta e, in posizione strategica, sul contrafforte che divide la valle del San Pietro da quello del Varcavello, viene costruita una mansio di posta. Attorno al 1000 (il primo documento ufficiale risale al 1033) la mansio si trasforma in borgo, sempre più importante, diventando libero Comune, poi alleata di Genova, al punto che la Superba la definì Magnifica per l’aiuto dato alla battaglia della Meloria contro i pisani.

Diano Castello, oggi, è una piacevole scoperta per il turista (e non solo). Ancora si respira la suggestione dell’antico borgo fortificato, e anche se le imponenti mura sono in gran parte perdute, si può ancora intuirne il tracciato, definito da quattro porte: della Marina a sud, del Borgo a nord, del Portello di San Pietro a est, del Mercato a ovest. La loggia municipale, all’ingresso del paese, decorata con gli stemmi dei comuni che costituirono la Communitas Diani, ospita due lapidi trecentesche e una riproduzione della pianta di Diano Castello tratta da quella realizzata da Matteo Vinzoni nel Settecento. Un giro nel borgo fa scoprire la parrocchiale intitolata a San Nicola da Bari che, tra l’altro, custodisce un Crocifisso attribuito ad Anton Maria Maragliano e un coro ligneo del XVIII secolo, i palazzi sfarzosi che tradiscono l’antica ricchezza, palazzo Quaglia, sede del Comune, costruito nel XV secolo, che ingloba anche una torre usata come prigione. E ancora la splendida chiesa romanica dedicata a Santa Maria Assunta, con affreschi quattrocenteschi, e la chiesa di San Giovanni Battista, risalente al Mille e successivamente modificata, con il vicino oratorio di San Bernardino e Santa Croce, ricostruito nel XVII secolo, ma di origini più antiche, come rivela l’affresco con l’Annunciazione che decora la parete sud e che si deve ai fratelli Tommaso e Matteo Biazaci da Busca.

Inutile dire che i suoi boschi, i suoi oliveti, sono attraversati da sentieri e percorsi ideali per passeggiate, trekking, mountain bike, mentre l’enogastronomia, a cominciare dal vino, Sua Maestà il Vermentino, offre spunti e occasioni per chi ama il gusto. Di livello ristoranti e trattorie, ma anche gli agriturismi!

C’è una particolarità che merita un racconto a Diano Castello. Castrum Diani, abbiamo detto, nasce probabilmente nell’Alto Medioevo per difendere le popolazioni della costa dalle incursioni dei Longobardi e dei Saraceni. La collina scelta per costruire il castello separa i corsi di due piccoli torrenti, il Varcavello e il San Pietro, ed è perfetta per controllare il mare e la terra. C’è però un grosso problema: non ci sono sorgenti. L’acqua si può recuperare solo scendendo più a valle e in caso di assedio si rimarrebbe presto senza. L’unico modo per avere acqua in un luogo senza fiumi o sorgenti è quello di trattenere quella gentilmente offerta dal cielo. Le lone non sono altro che grotte artificiali scavate nella roccia sedimentaria della collina di Diano Castello. L’acqua della pioggia viene convogliata in queste grandi camere sotterranee direttamente dai tetti e si mantiene pulita e fresca. Nelle vie più antiche del paese praticamente ogni casa ha la sua lona, scavata anche a diversi metri di profondità e poi sviluppata in senso orizzontale. Scendendo in cantina bastava calare un secchio e attingere acqua. Molte lone sono collegate fra loro, per cui il sottosuolo di Diano Castello è un vero e proprio labirinto di grotte artificiali. Oltre alle lone private, esistevano anche quelle a uso pubblico: oggi se ne possono vedere almeno tre. La più interessante si trova in piazza Ranixe, cinquanta metri sulla sinistra della loggia sotto la parrocchiale che ci da il benvenuto a Diano Castello.

Stefano Pezzini

IL PREMIO VERMENTINO

Si svolgerà il 28 e il 29 agosto 2020 e giunge quest’anno alla 27a edizione 

Quando si conosce la storia del Premio Vermentino e si riflette in merito, appare chiaro che si sta parlando di un evento importante e autorevole. Questo perché nasce nel 1994, in un momento in cui il mondo mediatico non era dominato dalla comunicazione di tipo enogastronomica. 

Anzi, si era ancora ai tempi della cara e buona carta stampata, come nel caso della rivista che vi propone queste righe. I telefoni cellulari avevano appena iniziato il loro percorso evolutivo e il passaparola era dominante. L’amministrazione già 26 anni fa aveva intuito che la promozione di un territorio parte anche dalla valorizzazione dei propri prodotti di eccellenza. Ed eccellente e radicato è il Vermentino a Diano Castello. Questo in forza di un percorso durato secoli, partito dal Medio Oriente anatolico, passato per le colonie greche nel Mediterraneo, allignato nella focese Marsiglia e divenuto autoctono italiano, con forte base in Liguria e poi nelle regioni dell’alto Tirreno, Corsica compresa. Il vino bianco di Diano è sulla piazza genovese nel corso del Medioevo, quando Diano è anche approdo di partenza del vino destinato a Roma. Più tardi questo vino è identificato proprio nel Vermentino. Diano Castello è una culla per il vitigno. Di fatto a Castello si vive la manifestazione più longeva dedicata ad un vino che oggi sta avanzando negli impianti nazionali, data la sua versatilità e piacevolezza. In più, c’è l’emozione della gara. 

Il tutto sostenuto da recenti affermazioni di bottiglie di Vermentino in rilevanti confronti nazionali, nonché da un rinnovato interesse del pubblico. In lungo periodo è variata la modalità di giudizio, che ormai si è attestata su di un doppio confronto. Da un lato la giuria tecnica, composta di sommelier (espressi da AIS e FISAR), dall’altro una giuria popolare con voti estratti fra il pubblico, il quale, peraltro, si impegna non poco nella tenzone. La presidenza della commissione di giuria è affidata al giornalista enogastronomico Paolo Massobrio. Gli assaggi si svolgono sempre a etichetta coperta, alla cieca. Il ogni caso si dà vita ad una doppia classifica, che si arricchisce di altri premi, tra i quali uno in memoria di Barbara Verdesco, sommelier e dipendente del Comune di Diano Castello.Tra le novità del 2020, il debutto di etichette in arrivo da Umbria, Puglia e persino dalla Sicilia. Il Premio Vermentino è tutto questo e molto di più. Non può che appassionare e, su solide basi, si rinnova per un importante futuro. Per info: www.premiovermentino.it

Alessandro Giacobbe

ACCOGLIENZA A DIANO CASTELLO

A livello ricettivo, oltre alle numerose offerte presenti lungo il litorale del Golfo Dianese, Diano Castello può contare su alcune strutture. Per pernottare nell’accogliente borgo medievale si possono contattare: Agriturismo La Colombera (via Passaggia, 6), Agriturismo Le Raganelle (Regione San Siro, 26), Agriturismo Ca’ Bassa (via Diano San Pietro, 71), Agriturismo Al Portico (via San Sebastiano), B&B Ca’ de Pippu (piazza G. Riccardi, 4), B&B La Casa degli dei (via Passaggia, 3) e il residence Diano Sporting (via San Pietro, 101).

La ristorazione a Diano Castello è assicurata da Osteria del Castello (piazza Quaglia), ristorante pizzeria Girasole (via Diano San Pietro 105), Villa Govi (via San Pietro, 28bis), che ha a disposizione anche alcune camere, e Caffè del Borgo (via Marconi, 2). Questi locali fanno parte del circuito dei Ristoranti del Vermentino, istituito di recente per promuovere la conoscenza e il consumo delle eccellenze del territorio, insieme a: Osteria Paolomaria (Diano San Pietro), Candidollo (Diano Arentino), Beach, Golosamente, Il Caminetto, Tirabuscion e Agriturismo Veggia Dian (Diano Marina). tra le varie proposte, anche i Dian (de.co. di Diano Marina, corzetti con il Vermentino nell’impasto).

Diverse sono inoltre le aziende di Vermentino e di altri prodotti tipici localizzate a Diano Castello e nei dintorni. Ha sede nei confini di Diano Castello anche il Bowling di Diano, struttura che da oltre 30 anni è un punto di riferimento del divertimento per tutto il ponente. Per interessanti visite guidate a carattere storico e culturale si può contattare l’Associazione GiroBorgo (333.4775965, giroborgo@gmail.com), con possibilità di scoprire le tipiche Ione di Diano Castello. A Diano Castello è operativo anche un’Ufficio IAT, aperto tutti i giorni in estate e, nel resto dell’anno, in occasione delle principali manifestazioni. Si trova all’ingresso del paese, sotto le logge di via Meloria, a fianco del Comune (e.mail: iat@comunedianocastello.it, tel. 0183.4077217).

COMUNE DI DIANO CASTELLO: Via Meloria, 2 – Tel. 0183.40771 – www.comunedianocastello.it 

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