Calizzano: profumo di comunità

Quando il 7 luglio l’editore Sabatelli mi ha comunicato l’affidamento di un pezzo su Calizzano mi sono subito domandato: donde iniziare? Circa Calizzano, infatti, io sono di parte, è un luogo che da 20 anni frequento, ed amo, con intensità.

Il primo ricordo – in auto accanto a Luisa – è un cielo di smalto, salendo il valico del Melogno da Finalborgo, l’aria dei 1.000m in mezzo alla maestosa faggeta – superata la fortificazione regia che “sbarra” il passo – si faceva via via sempre più fina e pulita… Quei sentieri sono oggi dentro un’antologia di escursioni a Calizzano e dintorni (decine e decine) che tra Val Bormida e Val Tanaro mi concedo ogni volta che posso, in fuga dal traffico e dallo smog di tutti i giorni, invitando amici che puntualmente rimangono sbalorditi dalla bellezza di quei paesaggi. La foresta della Barbottina (riserva demaniale protetta), l’ascensione a Monte Spinarda (i meno allenati la comincino dal Colle del Quazzo), il dolcissimo “vagabondare” lungo il corso del Rio Nero verso Bardineto non necessitano infatti delle mie parole, sono esperienze di quiete e benessere da vivere in prima persona.Altitudine circa 650m, e circa 1.500 gli abitanti, Calizzano è raggiunta anche da corse di autolinee pubbliche. L’abitato è soprattutto, in senso turistico, un suggestivo carruggio di casine pastello (via Garibaldi) sotto lo sguardo benevolo di quel ducentesco castello che fu – guarda caso – dei Marchesi Del Carretto, feudatari di secoli quanto mai contrastati, ad un certo punto conflissero per potere e terre coi Clavesana, e dovettero “cedere” alla coltivazione di vitigno dolcetto in Liguria (intendo ovviamente l’Ormeasco).  Passeggiando si scoprono poi le magnifiche chiese di San Lorenzo (la parrocchiale), della Madonna del Rosario (a Pasquale), e delle Grazie (in regione Frassineto), ma in sottofondo – chissà – ecco un suono di campane, o un odore di legna nelle stufe, o un volo di libellule blu presso la bialera, rumori e odori e visioni, ed emozioni, che la vita di città ci ha purtroppo sottratto… Calizzano era ed è una perfetta meta di villeggiatura, oggi adatta a diverse e molteplici tipologie di turismo. Famiglie con bambini in cerca di verde e di tranquillità, trekkers e bikers pronti a sfidar se stessi lungo percorsi – fra cui la mitica Alta Via dei Monti Liguri – di varia altimetria e difficoltà, buongustai all’inseguimento di prodotti puliti e ricette della tradizione. Terra anzitutto di legnaioli, di funghi e di fonti, un pieghevole che trovai presso lo IAT e che custodisco con cura ne elenca ben 12, la mia prediletta è la fonte “ciumbere” su verso la Colma, lungo l’antica e un po’ malandata strada per Garessio, per godere appieno delle proprietà di quell’acqua consigliano di associarle radici di tarassaco… 

A me tuttavia riesce facile spingermi poi più in profondità, dentro gli usi etno-gastronomici di un paese che, anche nelle sue tante frazioni (Vetria, Barbassiria, Mereta…) incarna al meglio i valori della propria valle, al confine, anzi in simbiosi, col Piemonte cuneese. Le castagne essiccate nei tecci – così vengon detti gli essiccatoi in pietra sovrastati da scandole – sono protagoniste di molte preparazioni, si tratta della cultivar gabbiana, regina nei gelati, nelle viette, in accompagnamento a taglieri di formaggi, nelle creme in vasetto, e regina anche di una sentitissima, vivace festa autunnale… Nelle botteghe incontrerai ritualmente, Amico lettore, le torte verdi, nulla di cui stupirsi in quest’area dove gli orti regalano ancora ortaggi saporiti, le patate, i cavoli, i legumi, la terra sovente è fertilizzata da stallatico locale, e chi ben comincia dal concime… 

Grazie proprio alle patate mangiai in un agriturismo un piatto di bacialli, conditi col sugo di porcini, abbinati ad un calice di Sciac-trà, il rosato che ti racconta le vigne verticaleggianti di Pornassio care a Mario Soldati. La polenta bianca è un’altra risorsa antichissima di cui non si potrebbe tacere, a base di farina di grano (non di mais), se ne arricchisce la basica sostanza * con patate, panne, porri, funghi, ogni casa beninteso segue i propri riti, e trasmetteva energia ad uomini sfiniti dal duro lavoro dei campi e dei boschi… La natura regala anche lamponi, mirtilli. La pasticceria, infine, è prevalentemente secca, ossa e pan dei morti in primis, ma tra i lievitati ricorre la cosiddetta torta strozzagatti, tonda e morbida, molto semplice. Amico lettore se sosterai a Calizzano non avrai, quanto a shopping, che l’imbarazzo della scelta. Il piccolo ma magnifico centro storico è costellato di botteghe dove l’accoglienza, anche nei momenti di maggior affollamento, è gentile per non dire premurosa. Le soste golose sono garantite da hotel con attivissimi ristoranti, da trattorie e pizzerie, da enoteche e agriturismi, secondo i tuoi gusti, ed il tempo e il budget a tua disposizione. Non svelo le mie preferenze, ma mi riferisco in genere – rubando la sagace espressione ai francesi – a robusta cuisine du terroir, pasta fresca, ravioli, carni…, talora con alcuni (ma riusciti e non snobistici) tocchi reinterpretativi, perché il passato “riattiva” il presente. 

Che dirti ancora? Buon viaggio e buon appetito…

* le polente sono in sé piatti poco nutrienti. Quando il Veneto “scoprì” il mais (dal Nuovo Mondo), l’alimentazione divenne quasi monoingrediente, ma questo contribuì ad un’esplosione di pellagra, la terribile malattia “delle 3 d” (dermatite, demenza, diarrea). Ecco la ragione per la quale alle polente si associano (peraltro con formidabili esiti gustativi) salsicce, formaggi, verdure…

Umberto Curti

 

CALIZZANO: FUNGHI E NON SOLO

Parli di Calizzano e non puoi non pensare ai funghi. La raccolta è regolamentata dal Consorzio Tutela Sottobosco Calizzano nato nel 1983 per disciplinare e regolamentare la raccolta dei prodotti del sottosuolo. Una funzione importante per la tutela del territorio con investimenti per valorizzare i beni patrimoniali del territorio di Calizzano, in particolare per curare la manutenzione del strade, sentieri, fontane e luoghi attrezzati dove fare sosta, per tenere il bosco pulito e quindi davvero vivibile e per sostenere anche altre iniziative di carattere sociale. Il tutto viene realizzato attraverso la riscossione di un tesserino per la raccolta funghi di cui trovate le modalità nel box a fianco. Presso il Bosco delle Streghe il Consorzio, unitamente al Circolo Micologico “il Cerchio delle Streghe” di Genova, cura una area di studio micologico unica in Liguria e tra le poche in Italia.

L’abbondanza nella raccolta ha fatto si che siano nate delle vere e proprie boutique del gusto per la lavorazione, conservazione e vendita del prodotto. La più antica è quella di Perrone Maria che dal 1899 si dedica con passione alla lavorazione e la commercializzazione del fungo porcino. Quattro generazioni che hanno portato i funghi di Calizzano in giro per il mondo e principalmente in Argentina dove gli italiani emigrati cercavano questo prodotto. Con gli anni l’azienda si è ingrandita e ora la logistica per il i mercati italiani ed esteri  viene gestita dal magazzino sito a Milano, ma la sede di produzione è sempre quella di via Pera a Calizzano con un punto vendita anche nella vicina Bardineto. E alla produzione legata ai funghi è stata affiancata la commercializzazione di una serie di prodotti della tradizione ligure come il pesto o la crema di carciofi e verdure sott’olio. Per maggiori info: www.perronemaria.it – tel. 019796337.

A pochi metri di distanza ecco Barberis Funghi, una piccola azienda a conduzione famigliare che dal 1963, quando ha iniziato a lavorare funghi, è sempre stata accompagnata dalla convinzione di coniugare attività imprenditoriale e rispetto dell’ambiente, valorizzazione dei prodotti della terra nella loro genuinità e sapore. 

Il fungo porcino è sicuramente il re dei prodotti, sia secco che sott’olio ma non vengono dimenticati anche chiodini, gallinacci, cicalotti, sanguini, funghi di muschio: gusti tutti da scoprire nel punto vendita di via G. Pera 40 a Calizzano. Dove inoltre troverete  una vasta gamma di prodotti sott’olio: pomodori secchi, carciofini lavorati come vuole un’antica ricetta ligure, melanzane, olive, peperoncini ripieni, acciughe, tomini; salse e sughi per tartine e primi piatti pieni di sapore; e per concludere in dolcezza confetture, mieli e altri prodotti che delizieranno il vostro palato. (www.barberisfunghi.it tel. 01979642)

Negli ultimi anni infine Calizzano ha visto la nascita di un progetto per la reintroduzione della patata dell’Alta Val Bormida che rappresentava in passato un’importante fonte di sostentamento ma che era stata dimenticata negli anni del boom economico. Grazie all’impegno di Leonaro e Lorenzo Ighina, titolari dell’Azienda Agricola La Felicina. Dal 2009 è cominciata la completa riconversione alle coltivazioni Bio alternando nei terreni la coltivazione di Patata con quella di Grano Enkir: una volta tolte tutte le patate viene seminato nello stesso terreno il grano ENKIR che non solo offre l’opportunità di aumentare la produzione aziendale, ma fornisce al terreno elementi nutritivi utili alle patate. Il grano viene poi fornito al rinomato Mulino Marino di Cossano Belbo, che produce farina macinata a pietra. Da fine 2020 tutti i prodotti dell’Azienda Agricola sono gli ingredienti principali nel Petricore Farm Bistro di Piazza San Biagio a FinalBorgo.  

Per maggiori info: www.lafelicinacalizzano.it tel. 3204603749)

IL TESSERINO PER LA RACCOLTA FUNGHI

Quanto costa il tesserino annuale?

  • Per proprietari di boschi aderenti al Consorzio e per i residenti: € 2,00
  • Per proprietari di immobili nel comune di Calizzano: € 15,00
  • Per coloro che soggiornano a Calizzano almeno 20 giorni l’anno: € 40,00
  • Per quanti non rientrino nelle suddette categorie: € 70,00

Quanto costa il tesserino giornaliero?

  • Tesserino giornaliero:  €10,00

CONSORZIO PER LA TUTELA DEL SOTTOBOSCO DI CALIZZANO

Tel.019.7904091 – www.calizzanofunghi.com

CALIZZANO

Come arrivare:

Calizzano è raggiungibile dall’autostrada A10 uscendo a Finale Ligure (19km) e seguendo le indicazioni per Calizzano percorrendo la Strada Provinciale SP490. In alternativa è possibile uscire al casello di Millesimo dell’autostrada A6 e seguire le indicazioni per Calizzano (25 Km) attraverso la Strada Provinciale SP51.

COSA VISITARE:

  • Il Castello di Calizzano
  • Il Centro Storico caratteristico
  • La Chiesa di San Lorenzo
  • La Foresta del Melogno e i boschi del circondario
  • La Foresta di Faggi della Barbottina
  • Gli innumerevoli sentieri e itinerari di trekking

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