Taggia e Arma: eccellenze di terra e di mare

Liguria occidentale, provincia di Imperia, là dove il torrente Argentina incontra il mare. Poco a monte c’è il secondo centro storico della Liguria, per ampiezza, dopo Genova. 

All’ampiezza corrisponde anche l’eccezionale complessità edilizia storica: antiche case con murature che risalgono già al XII secolo, sotto l’area del castello recuperata per eventi e manifestazioni, palazzi tardomedievali e poi altri, barocchi, una strada centrale monumentale porticata, il Pantàn (via Soleri) e ancora una cerchia di mura terminata 500 anni fa, con quasi tutte le sue originali porte di accesso. 

Poi, il grande numero di edifici sacri: quattro legati a conventi, con una collezione di opere d’arte di assoluto valore, memoria di una cultura cittadina di respiro europeo, più la chiesa parrocchiale, gli oratori delle confraternite tuttora esistenti, i “Bianchi” e i “Rossi” e una miriade di altre chiese o cappelle, alcune delle quali dotate di particolare fascino, come la Madonna del Canneto. Fra le strutture di uso civile merita ricordare un lunghissimo ponte antico, costruito a più riprese, dato che si seguiva il naturale spostamento del torrente Argentina. Taggia ha una posizione ovviamente strategica, apre e chiude una valle e guarda al mare. Sul mare è nota la grotta detta dell’Arma. Arma vuol dire “grotta” in lingua ligure preromana. Un sito archeologico fondamentale in Europa, centomila anni di sole per chi ha vissuto in questi paraggi, uomo di Neanderthal compreso. 

La grotta in sé, dal tardo medioevo, è in territorio di Bussana e dunque ora in comune di Sanremo, ma dà nome all’insediamento di Arma. Arma di Taggia. L’area costiera è stata abitata in età romana, con ville agricole importanti. 

Gli insediamenti hanno avuto lunga vita, come dimostra la vicina basilica con battistero a Costa Balenae, nel territorio di Riva Ligure che un tempo era unito a quello di Taggia. L’insediamento di Arma venne abbandonato circa 700 anni fa e solo nel corso del Settecento si riprese con la presenza di pescatori e commercianti marittimi originari del Levante ligure. 

Arma diventò così il secondo scalo marittimo di Taggia con Riva e si sviluppò ulteriormente, come realtà multiforme: marinara, industriale e turistica. Vocazione, quest’ultima, tuttora mantenuta. La piana taggese è stata da sempre uno spazio agricolo produttivo. In più, le alture. La celeberrima cultivar di oliva Taggiasca deve il suo nome al posto: vuol dire “di Taggia”, appunto. La selezione, non l’impianto, è legata a questi luoghi, in fase medievale a seguito di una presenza di oltre duemila anni. 

La prima, e rilevante, tradizione rurale, e produttiva è però quella della vite. È benemerito, per non dire straordinario, il recupero recente del vitigno più celebrato della storia ampelografica d’Italia, il Moscatello, che le fonti  storiche riferiscono proprio a Taggia. Ora è una produzione di nicchia, ma in espansione con un’Associazione dei Produttori che si muove in valida sintonia. Indubbiamente un vino ligure declinabile in più versioni e assolutamente identitario. Si sposa del resto a preparazioni di vario genere, anche locali, tra cui le memorabili torte salate.

Taggia è un luogo in cui vive la memoria di secolari preparazioni da forno, dai canestrelli ai biscutèli di finocchietto, versione quotidiana del grande biscotto pasquale delle confraternite e ricordo dei pani aromatizzati medievali. I Canestrelli di Taggia sono gli unici salati tra tutti quelli presenti nel territorio ligure (vedi Liguria Food n. 20 Dicembre/Gennaio 2021): croccanti, deliziosi e leggermente salati, i Canestrelli di Taggia sono inconfondibili per la leggerezza donata dall’olio extravergine di oliva delle famose e pregiate olive Taggiasche locali. Sono tante le panetterie che nell’antico borgo propongono questa specialità e davvero non potete lasciare Taggia senza averli assaggiati. 

Sempre sulla base salata esiste anche la versione con il cioccolato che offre un ineguagliabile contrasto di sapori. La memoria corre quindi agli stoccafissi della settimana santa, che poi sono gli stoccafissi del venerdì, mentre le feste natalizie si collegano alla zè(r)aria di maiale con una cucina che sa tanto di minestroni di verdure dei feraci orti locali. Infine, la presenza di un rinomato Istituto di Istruzione Superiore Alberghiero, il “Ruffini-Aicardi” è foriero di tante novità in cucina, con un’attenzione al pesce particolarmente viva nei locali costieri. Insomma, la varietà ricca è di casa: Cultura quanto Enogastronomia sono un segno distintivo del mondo taggese.

Alessandro Giacobbe

LA FESTA DEI FURGARI

Il secondo sabato di febbraio a Taggia si festeggia: grandi falò, giochi pirotecnici, musica e vino tra le piazze e i vicoli del centro storico. Tra sacro e profano, storia e antropologia di una festa popolare le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando San Benedetto Revelli, nel 900 dopo Cristo,  consigliò ai Tabiesi di accendere grandi fuochi e di peregrinare in tutto il paese durante la notte con le torce accese per confondere i pirati Saraceni che, alla vista di una città in fiamme, non sarebbero sbarcati a depredarla. Il trucco funzionò e da allora la ricorrenza è diventata uno spettacolare evento da rispettare.

LA PISTA CICLABILE

Arma di Taggia si trova al centro della Pista Ciclabile del Ponente Ligure, uno dei percorsi ciclabili più suggestivi d’Europa: oltre 25 chilometri realizzati sull’ex tracciato costiero della vecchia ferrovia Genova-Ventimiglia dismessa nel 2001. Il tratto compreso tra San Lorenzo al Mare e Ospedaletti è completamente asfaltato, dotato di segnaletica ed illuminazione e sono state realizzate due corsie per le bici e una corsia per i pedoni. Sono presenti punti di ristoro e sono sorti molti centri di noleggio bici anche elettriche. La pista ciclabile che attraversa Arma di Taggia permette ai visitatori di ammirare il porto che sorge nei pressi dell’ultimo tratto del torrente Argentina, la grotta dell’Annunziata e la fortezza cinquecentesca. Con una breve deviazione verso i monti potete arrivare al centro storico di Taggia, il più grande della Liguria dopo quello di Genova.

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