Borgio Verezzi: il palcoscenico sul mare

Studente universitario, trascorrevo agosti spensierati sulla Riviera di Ponente, circondato da milanesi. Ricordo quasi fosse oggi che per la nostra “cumpa” una delle serate cult consisteva nel salire a bere qualcosa a Verezzi, che magia con l’auto dei papà quei tornanti in verticale, via via aperti su orizzonti infiniti… Oggi che vivrei camminando i boschi dell’Alta Via, talora vi giungo però anche da Gorra, splendido détour lungo quella strada che da Finale Ligure sale alla faggeta del Melogno e poi a Calizzano.

Dal punto di vista storico, Borgio Verezzi (più che meritatamente tra i “Borghi più belli d’Italia”) sta sulla direttrice che gli eserciti romani percorsero al fine di assoggettare le ribelli tribù liguri, anzitutto gli Ingauni. In età medievale l’abitato ricadde nelle proprietà dei Benedettini dell’abbazia di San Pietro in Varatella (San Pietro ne’ Monti), cui fra l’altro oggi si giunge tramite panoramici percorsi trekking. Dopo agitate vicende, che videro il territorio annesso ai marchesi Del Carretto del Finale, nel XIV secolo il pontefice Urbano VI, in obbligo di riconoscenza con Genova, glielo cedette. A quei tempi ogni comunità doveva peraltro badare a sé, donde la necessità di fortificare, specie con torri d’avvistamento, i nuclei costieri contro i ripetuti assalti pirateschi. Al pari di altre cittadine liguri, Borgio Verezzi fu infine napoleonica e sabauda, prologo al Regno d’Italia unificato. La fusione tra Borgio e Verezzi data 1933.

La cittadina è raggiungibile uscendo ai più vicini caselli autostradali oppure con la ferrovia Genova-Ventimiglia.

Due sono i luoghi di Dio che mi piace peculiarmente suggerire al Lettore: a Borgio la Parrocchiale di San Pietro, semplice, imponente, sostanzialmente settecentesca, cuore dell’abitato litoraneo, progetto neoclassicheggiante di Giacomo Barella, dai colori armonici. Vi si giunge con una scalinata alberata d’acciottolato. Mononavata, la chiesa spicca per i due alti campanili simmetrici. A Verezzi viceversa la trecentesca chiesina di Sant’Agostino, monovano con volta a botte, pietra mistica, accogliente, gettonatissima per i matrimoni. E’ ubicata proprio sulla piazza (o per meglio dire la terrazza spalancata sul mare) dove ogni anno – d’estate – si svolge il celebre festival teatrale*.

Ideato a fini turistici e culturali da Enrico Rembado e Maria Valentinotti Rossi nel 1967, esso acquisì sempre più spessore artistico, arricchendosi nel tempo di premi teatrali e di altri eventi collaterali… In scena ricorrono tradizionalmente i classici (ad es. Goldoni, Shakespeare, Pirandello…), ma un poco alla volta i temi conduttori hanno lasciato spazio anche a pièces attuali e meno consuete, spesso “prime” assolute, richiamando migliaia di spettatori e qualificati consensi. Sagace anche il gemellaggio con manifestazioni consimili (la plautina Sarsina, la musicale Cervo, la dionisiaca Calatafimi).

Importanti poi, per il turismo heritage, anche le grotte di Borgio Verezzi (originariamente denominate “Valdemino”), scoperte da tre ragazzi di Borgio nel 1933 e poi meglio indagate dal noto speleologo Giovanni Dentella (morto nel 2019), cui si deve anche il percorso di circa 800 mt, inaugurato nel 1970. Sono un classico fenomeno carsico, ovvero fascinose “architetture” dovute alla lenta erosione dell’acqua attraverso la roccia, ed hanno restituito resti di animali che – insospettabilmente? – abitavano la Liguria mezzo milione d’anni or sono.

Ma veniamo ora a quel che l’editore più caldeggia per le pagine di LiguriaFood, ovvero il patrimonio enogastronomico del luogo, che anche a Borgio Verezzi calamita foodtrotters da ogni dove.

Tre i prodotti de.co. attualmente iscritti ad albo: le Lumache alla Verezzina di cui abbiamo parlato nel numero 18 di Liguria Food (sagra in agosto), la Cipolla Rossa di Verezzi, la Torta di Zucca. Quanto al primo, ricetta necessariamente laboriosa, la Helix aspersa (vignaiola) viene cucinata insieme ad una pluralità di ingredienti, ove possibile locali, che ne ottimizzino il sapore (acciughe salate, prezzemolo fresco, aglio, vino bianco secco, olio extravergine, capperi, pinoli italiani, mandorle, nocciole, erbe aromatiche, peperoncino, sale marino, brodo di carne, aceto, pomodoro concentrato).

Il secondo è una cipolla gradevolissima anche cruda, delicata grazie ai buoni zuccheri, perfetta per le frittelle; a luglio si commercializza il seme, ad agosto si semina, a marzo si trapianta, tra maggio e giugno principia la raccolta. Di pezzatura media/medio-grande, un po’ appiattita, ha foglie interne bianco-rossastre.

Il terzo è un goloso rito natalizio con le zucche trombetta, una torta arricchita di pinoli, uva passa e confetture, “rivale” del pan del pescatore/marinaio, che in Riviera furoreggia in molti paesi… Ma non finisce qui.

Orti e frutteti regalano fave, verdure per i cöndigiön, erbette per profumati ravioli, pesche, albicocche… Qui e là ecco far capolino l’ulivo, o la vite, che può dare barbarossa, vermentino, pigato.  Ma esplorando terre, trattorie, sagre, e case s’incontrano fügassin, frittelle (doverose al termine del “ciaravugliu” **), farinate e zemin di ceci, qualche formaggetta ovina custodita sott’olio.  E dal mare gli zerli, e il pescato per qualche cappon magro…

* manifestazione che conosco bene: 3 anni fa, vincendo un bando della Camera di Commercio Riviere Liguri, del festival realizzai anche una specifica SWOT analysis per cogliere in prospettiva ulteriori opportunità e fronteggiare aspetti critici.

** o corno del vedovo, rito che la Liguria va riscoprendo. Secondo Aidano Schmuckher (“Folklore di Liguria”) esso implica che ove un vedovo si risposi i sodali strepitino sotto le sue finestre quantomeno 3 giorni, suonando conchiglie adattate ma pure bottiglie, coperchi di casseruole, trombette, fischietti… Il festeggiato resiste, fin quando inviterà tutti a salire per un brindisi accompagnato da “friscioi” (frittelle di verdure, o baccalà…) e torte salate…

Umberto Curti

BORGIO VEREZZI DA ASSAGGIARE

I prodotti De.Co. segnalati nell’articolo di Umberto Curti possono essere gustati durante la Sagra della Lumaca che si tiene tutti gli anni il 13 e 14 Agosto presso la Società di Mutuo Soccorso Concordia, proprio all’ingresso di Verezzi dove vengono preparate le Lumache alla Verezzina con la ricetta De.Co., le frittelle con la Cipolla di Verezzi e la Torta di Zucca. Quest’ultima potete gustarla anche in molte gastronomie di Borgio Verezzi e fra queste vi consigliamo la Panetteria F.lli Bracco che ha svolto un’importante ruolo proprio nell’ottenimento della De.Co. per questa singolare torta.  L’ultima De.Co. in ordine di tempo è invece quella della Cipolla di Verezzi presentata a marzo 2021 e che aveva già colpito Gualtiero Marchesi, maestro della cucina che la definì “rossa, di pezzatura media o medio grossa, esternamente rossa di colore più o meno intenso, con foglie interne bianco rossastre, particolarmente dolce e delicata in quanto ricca di zuccheri come glucosio, fruttosio e saccarosio”.  Marchesi, inoltre, ne suggeriva “il consumo crudo, oppure per unirsi a piatti freschi di verdure per aggiungere vivacità o in torte dolci come una tatin di cipolle”. La potete trovare presso l’Agricola di Verezzi di GianPaolo Pisano, la raccolta comincia da fine giugno. Nella sezione ricette del sito vi proponiamo la ricetta della Panna Cotta con Cipolla Verezzina del Ristorante Cappero. Tra le numerose proposte di ristorazione di alto livello che potete trovare nel borgo vi segnaliamo proprio lo storico ristorante Il Cappero. Sono legato anche sentimentalmente a questo locale che negli anni ‘80 era uno dei luoghi della “prima uscita” per far colpo sul gentil sesso. Negli anni ‘90 sono stati recuperati i locali sottostanti dove ha trovato sede il ristorante mantenendo pezzi dell’antico frantoio e della civiltà contadina messi in mostra con gusto e senso storico: sale e salette con tavoli apparecchiati elegantemente e personale. Lla terrazza si affaccia su un panorama mozzafiato che spazia sino all’Isola Gallinara con una delle cartoline più belle della Liguria. La cucina proposta dallo Chef è attenta alla tradizione (non mancano le trofie al pesto con fagiolini e patate) ma con rivisitazioni sorprendenti come i fiori di zucca ripieni di baccalà mantecato, cipolle di tropea e salsa Tapenade. Naturalmente il menù è influenzato dal pescato del giorno. Grande la scelta dei vini dove i liguri, pigato e vermentino in primis, svolgono un ruolo fondamentale negli abbinamenti. Sul tetto del Cappero si trovano Le Terrazze Cocktail Bar. Le terrazze su più livelli sono il luogo perfetto per gustare sfiziosi aperitivi alla luce del tramonto o in attesa di una delle rappresentazione del famoso Festival Teatrale o per stuzzicanti dopo cena sotto un manto di stelle. Per maggiori info: Ristorante Il Cappero Tel. 019610958 www.ilcappero.com – info@ilcappero.com

PER GLI AMANTI DEL TREKKING

L’amministrazione di Borgio Verezzi ha investito molto sulla cura dei sentieri che permettono camminate in sicurezza con panorami mozzafiato. Se la vicina Finale Ligure è la capitale della Mountain Bike qui sono gli appassionati di trekking a trovare il paradiso. Le camminate diventano anche occasione di scoperta delle antiche tradizioni con i sentieri tematici, come la Via dei Carri Matti o il percorso “i Muri Raccontano”,  che si snoda nel centro storico di Borgio attraverso il percorso dei 16 murales di Mario Nebiolo. L’artista è anche autore della maggior parte delle opere che animano il Parco dell’Acquedotto: un Museo a cielo aperto con un percorso tra statue e i misteri della pietra di Verezzi.

IL FESTIVAL TEATRALE

Questa illustrazione di Emanuele Luzzati ben illustra la suggestione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi. Il Festival venne fondato da Enrico Rembado e Maria Valentinotti Rossi nel 1967, come iniziativa turistica e culturale a livello locale che prese, col tempo, prestigio fino ad affermarsi nell’ambito dei festival a livello nazionale. Il Festival si svolge da sempre nel periodo estivo nel borgo antico di Verezzi, principalmente nei mesi di luglio/agosto, mettendo in scena i classici per eccellenza affiancati da spettacoli contemporanei o inusuali.

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