15Un argomento spinoso dove le giuste preoccupazioni si confondono con un allarmismo ingigantito dal tam tam dei social. Bisogna prima di tutto fare chiarezza sul fatto che non sono cambiati i limiti alcolemici – vale a dire la percentuale di alcol all’interno del sangue, misurata in grammi per litro – ma si sono inasprite le sanzioni per chi venisse trovato alla guida con valori superiori al consentito.
I recidivi, vale a dire chi dovesse essere sorpreso con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l entro due anni dalla prima sanzione, o chi sorpasserà i 0,8 g/l, sarà inoltre obbligato ad installare in auto il dispositivo Alcolock a proprie spese.
Tale dispositivo rileva il tasso alcolico del guidatore prima di accendere l’auto: se non si è completamente sobri il motore non si avvia. Anche qui precisiamo che sarà necessaria una condanna penale e che al momento siamo in attesa del decreto attuativo del governo (dovrebbe essere pubblicato entro 6 mesi dall’approvazione della legge) e fino ad allora non si conoscono neppure le specifiche che dovrà avere questo nuovo strumento. Sulla patente di guida verranno apposti i codici 68 e 69, rispettivamente “niente alcol” e guida limitata ai “veicoli dotati di un dispositivo di tipo Alcolock conformemente alla norma EN 50436”.
Messo in chiaro cosa comporta il nuovo Codice della Strada per quanto riguarda la guida in stato di ebrezza vediamo cosa si può fare per rispettare le leggi, che deve essere il primo impegno di ogni cittadino, e godere di una visita in cantina o una cena conviviale senza rinunciare ad un bicchiere di vino.
La prima considerazione da fare è che ogni organismo ha una diversa reazione all’alcool e che è quindi veramente difficile sapere quando effettivamente si sorpassa la fatidica soglia degli 0,5 grammi per litro. La velocità con cui il fegato riesce a rimuovere l’alcol dal sangue varia da individuo a individuo; in media, per smaltire un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica l’organismo impiega circa 2 ore. Se si beve molto alcol in poco tempo lo smaltimento è più lungo e difficile e gli effetti più gravi. A tal proposito ci sentiamo di consigliare l’acquisto di un piccolo etilometro da tenere sempre in auto per controllare le proprie condizioni prima di mettersi in viaggio. Ormai se ne trovano di molto economici e con una buona precisione.
Le nuove generazioni sono molto attente a questo argomento e spesso mi è capitato di assistere alle estrazioni a sorte tra gruppi di amici su chi dovesse essere il guidatore della serata che rimane completamente astemio mentre gli altri componenti sono così “liberi”. Oppure la ricerca del guidatore astemio da coinvolgere nella serata. Ma ai comportamenti delle singole persone siamo convinti che si debba affiancare la sensibilità degli operatori del settore che devono promuovere nuovi approcci e comportamenti nelle loro attività.
Per quanto riguarda la ristorazione sarà sicuramente incentivata la somministrazione al calice invece che la bottiglia. L’individuazione di tre o quattro etichette da servire al calice con una rotazione settimanale dovrebbe essere la prima soluzione.
Molte associazioni di categoria si stanno poi impegnando sull’introduzione di quelle che vengono chiamate “doggy bag”. C’è stata anche una proposta di legge per renderla obbligatoria che però al momento non ha avuto seguito. Se nel resto del mondo chiedere la doggy bag al ristorante è una cosa normalissima, in Italia chi vuole portare gli avanzi a casa è spesso fermato dalla timidezza di richiederla per paura di essere giudicato male. Oppure chi trova il coraggio di farsi confezionare il cibo non consumato probabilmente uscirà dal locale con un misto di soddisfazione e vergogna. Ecco allora che il ristoratore dovrebbe attuare comportamenti che rendano il cliente a proprio agio in questa pratica scrivendo sul menù e ricordando anche verbalmente la possibilità di questa soluzione.
Soprattutto per chi ordina una buona bottiglia, magari dal costo elevato, sapere da subito che alla fine del pasto potrà portarla a casa senza problemi e senza neanche chiederlo sarà una possibilità sicuramente apprezzata. Incentivare la riduzione degli sprechi è anche un plus per la promozione della propria attività sui social. Anche la disponibilità di un alcool test da proporre ai clienti un po’ su di giri e la possibilità di offrire il viaggio di andata o di ritorno in taxi saranno un fattore determinante nel successo della propria attività.
Le considerazioni diventano un po’ più complesse per quanto riguarda le degustazioni in cantina (è molto difficile trovare un astemio disposto ad accompagnare i suoi amici in questo tipo di tour).
Bisogna tenere presente che nella nostra regione le cantine sono spesso ubicate in aperta campagna, su strade impervie (siete mai stati nella zona di Dolceacqua?) che non sono servite da servizi pubblici e che possono essere raggiunte solo da mezzi non troppo grandi. In Veneto i vignaioli stanno concludendo accordi con le locali aziende municipalizzate dei trasporti ma non crediamo che questa strada possa essere replicata in Liguria. Le nostre cantine devono assolutamente investire sulla facilità di essere raggiunte attraverso una cartellonistica stradale accattivante e con il controllo della localizzazione sulle principali App di navigazione: quante volte utilizzando Google Maps capita di essere portati fuori strada per una non corretta indicazione!
La direzione non può che essere quella di prendere accordi con gli albergatori e con i servizi di Taxi e NCC. A questo proposito c’è da tenere presente che il settore del Noleggio Con Conducente è in subbuglio per le nuove normative che prevedono una sosta di 20 minuti tra una corsa e un’altra se la partenza non avviene presso la rimessa che al momento risulta bloccata da un ricorso al TAR. Pensate che il tempo di attesa di una corsa Uber in Europa è di 5 minuti mentre in Italia la nuova norma porterebbe l’attesa minima a venti minuti, impattando negativamente sull’offerta complessiva del servizio.
Consigliamo a tutti gli operatori di consultare l’interessante Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2024 redatto a cura dell’Associazione Italiana del Turismo Enogastronomico scaricabile gratuitamente sul sito www.robertagaribaldi.it che fornisce una serie di spunti sui quali riflettere: dall’importanza del passaparola all’analisi della clientela che visita le cantine con le motivazioni che muovono gli utenti, all’utilizzo di AI per la costruzione dei viaggi, la presentazione di Case History, ecc.
Per le cantine il trend è quello di diventare degli ambasciatori del territorio, offrendo non più solo la degustazione – naturalmente sempre accompagnata da prodotti tipici della regione – ma “esperienze memorabili” che possano allungare la permanenza producendo il doppio risultato di accrescere gli introiti e di dare la possibilità di smaltire l’eccesso di alcool. In Liguria c’è solo l’imbarazzo della scelta: escursioni nei vigneti, passeggiate alla scoperta dell’antica tradizione dei muretti a secco o visite ai frantoi, corsi sulla conoscenza e l’utilizzo delle erbe spontanee, dimostrazioni di cucina e presentazione di piatti tipici, tour in bicicletta, scoperta di paesaggi, collaborazione con fiere ed eventi…
Negli ultimi anni la Liguria ha sperimentato una notevole crescita del turismo enogastronomico grazie anche a fattori che non capiteranno più. Pensiamo all’era Covid che ha fatto esplodere il turismo di prossimità o alla situazione geopolitica dell’area del Mediterraneo che ha visto la crisi di mete turistiche come Egitto, Medio Oriente e in generale tutti i paesi islamici.
Gli operatori più attenti stanno costruendo il loro futuro investendo nel miglioramento e nell’introduzione di nuovi servizi e siamo convinti che chi saprà innovare i propri metodi di accoglienza e gestione della clientela avrà nei prossimi anni grandi soddisfazioni.