Scimiscià: il tesoro viticolo dimenticato

I paesaggi incantevoli del Golfo del Tigullio regalano mille spunti per scoprire un territorio ricco di modernità e tradizione. Un luogo in cui si fondono in un prezioso tutt’uno sorprendente scenari mozzafiato e località dalla personalità spiccata, ognuna con il suo carattere ben definito. È una terra di vitigni rari e preziosi, spesso coltivati su terrazzamenti scoscesi affacciati sul mare, recante un importante patrimonio genetico e che nel passato ha tenuto in piedi significativi scambi commerciali, favorendo il mantenimento di numerose specie coltivate in tutta la regione.

Tra le varietà più sconosciute ma affascinanti risalenti ad epoche remote, si trova lo Scimiscià, un antico vitigno a bacca bianca originario del circondario di Chiavari ed in particolare della Val Fontanabuona e di alcune zone della Val Graveglia. Queste uve venivano principalmente utilizzate per migliorare i mosti. La prerogativa di questo vitigno è la sua mineralità, che utilizzata in uvaggio con le altre varietà localmente coltivate, come il Vermentino e la Bianchetta Genovese, eleva il valore del vino.

Lo Scimiscià (noto anche come Cimixà) per lungo tempo è stato sull’orlo della scomparsa a favore di vitigni più produttivi e commercialmente appetibili. Il suo nome potrebbe derivare dal frutto che ha sempre attirato la golosità della cimice, chiamata, appunto, simixa, insetto ghiotto di uva ricca di gusto.

Negli ultimi decenni, grazie all’interesse di alcuni produttori locali e agli sforzi per il recupero dei vitigni autoctoni, lo Scimiscià è tornato a nuova vita, con piccole produzioni che stanno riscoprendo il suo potenziale enologico.

Lo Scimiscià è un vitigno vigoroso e resistente, con grappoli di media grandezza e acini dalla buccia sottile. È noto per la sua capacità di adattarsi ai terreni difficili della Liguria, dove le pendenze e il clima marittimo influenzano profondamente il profilo aromatico delle uve, apportando al vino i sapori e i profumi più autentici del mare e della terra.

È opportuno attendere una maturazione completa al fine di conseguire interessanti valori nei mosti e quindi nei vini relativi. Le uve di scimiscià possono inoltre contribuire al miglioramento di altri vitigni tipici del territorio quali Vermentino, Bianchetta ed Albarola. Questo ricorda l’attività storica del buon uso dei vitigni con caratteristiche complementari per l’ottenimento di vini pregiati. Il vino ottenuto dallo Scimiscià è di colore giallo paglierino con riflessi dorati e si distingue per il suo bouquet aromatico delicato ma complesso.

Al naso si possono percepire note floreali, agrumate e leggermente speziate, mentre al palato si presenta fresco, sapido e con una buona struttura. La sua mineralità è il risultato dell’influenza dei terreni liguri, spesso ricchi di scisti e marne.

Oggi, lo Scimiscià è ancora un vitigno di nicchia, ma il crescente interesse per i vini autoctoni sta portando a una sua graduale riscoperta. Alcuni produttori del Levante ligure stanno investendo nella sua valorizzazione, puntando su vinificazioni che ne esaltino l’unicità. Le proprietà gustative ed olfattive di questo vino bianco, la freschezza e sapidità al palato lo rendono particolarmente adatto ad accompagnare i piatti tipici della cucina ligure. È ideale con pesce dal gusto caratteriale (cernia, dentice, guazzetto) così come con carni elaborate con cottura in casseruola e con formaggi sapidi mediamente stagionati.

CANTINA BISSON

Ad oggi sono pochissimi i produttori di Scimiscià; siamo andati a trovarne alcuni che credono fortemente nella sua coltivazione e valorizzazione. Uno tra i principali interpreti di questa varietà è la cantina Bisson a Sestri Levante, celebre per lo spumante Abissi che ha, in uvaggio, anche una percentuale di scimiscià che conferisce un significativo contributo di mineralità. Il produttore si è avvicinato a quest’uva grazie ad un anziano signore di nome Bacigalupo, all’epoca l’unico a coltivare un vigneto di Scimixà in purezza e a questo produttore si deve il mantenimento del vitigno. Proprio su questo Bisson ha puntato elevendalo quale prodotto di punta della sua gamma di vitigni estesa per oltre 15 ettari da cui ricava circa 14.000 bottiglie all’anno di Scimiscià. Da questo panorama lo Scimiscià ha conquistato l’interesse del suo distributore negli USA. Bisson ne produce due versioni in purezza entrambi affinati in acciaio sulle proprie fecce fini, così da esaltare il loro carattere minerale, iodato e di pietra focaia, polposo e quasi materico, dai profumi ricchi e complessi.

Portofino DOC L’Antico 2022: si presenta di un colore giallo paglierino brillante. Al naso emergono profumi floreali e fruttati che si dipanano dal melone e susina ai frutti tropicali, profumi vegetali e una nota iodata molto elegante. In bocca è fresco e caldo con una buona acidità, sapidità in perfetto equilibrio e lunga persistenza gustativa

Portofino DOC La Pestella 2021: colore giallo paglierino intenso. All’olfatto si percepiscono profumi intensi, complessi ed eleganti con note di anice, toni di elevata mineralità e sentori di dattero maturo. Sapore secco, pieno e armonico, di grande spessore e vena salata. La notevole nota sapida lo rende vivo e di lunga persistenza aromatica. Questo vino viene prodotto solo in annate particolarmente favorevoli. Sa di risacca del mare, (di alga e di sale), di macchia mediterranea con un’acidità nervosa e marinaresca ed ha carattere e nervi tesi. Lascia in bocca, dopo che hai bevuto il sorso, un ricordo netto di mandorla. Infine Bisson produce anche un piccolo numero di bottiglie della variante passitahttp://www.bissonvini.it

CANTINE LEVANTE

A Sestri Levante, sorge un’azienda vinicola che incarna perfettamente l’essenza del territorio: Cantine Levante. Fondata nel 2010 l’azienda ha saputo guadagnarsi in poco tempo un posto di rilievo nel panorama vitivinicolo della regione, grazie alla produzione di vini che riflettono un profondo attaccamento al territorio.  La vigna di Scimiscià è situata a picco sul mare, sopra il borgo di Cavi, un sito panoramico mozzafiato sulle colline di Sestri Levante. Questa posizione privilegiata dona ai vini un carattere inconfondibile di Liguria e regala anche agli occhi dei visitatori uno spettacolo naturale di rara bellezza.

Il vino Cimixà di Cantine Levante viene immesso in bottiglia renana. L’annata degustata ha svolto l’affinamento in anfora, caratterizzando il colore con un giallo paglierino dai nitidi riflessi dorati. Al naso si percepiscono sentori fruttati, agrumi, miele, erbe di macchia mediterranea. Il sorso sa di Liguria, morbido ed avvolgente, stimolato da una gradevole vena sapida e percorsa da una scia fresca in giusto equilibrio con una buona persistenza.

Oltre alla produzione vinicola, la Cantina Levante ha inaugurato nel settembre 2024 un nuovo punto vendita in via Villa Ragone 18 G a Sestri Levante. Questo spazio non è solo un negozio, ma anche un luogo di incontro e scoperta per appassionati di vino, offrendo una selezione di etichette nazionali e internazionali accuratamente scelte. http://www.cantinelevante.it

U CANTIN

È l’unico superstite della Cooperativa Scimiscià (inizialmente formata da sei produttori) disciolta una volta terminati i fondi, e propone due varianti di questo vino. Il Sentè: cristallino, giallo paglierino con un naso intenso e persistente, fine, con sentori di fiori di campo, di frutta a polpa bianca matura, spiccata nota minerale di ardesia (già, proprio quell’ardesia della valle Fontanabuona). La seconda variante è il Giamin, un vino macerato, (il mosto fermenta a contatto sulle bucce) che si presenta di un arancione intenso, cristallino. http://www.ucantin.it

ANDREA BRUZZONE

Infine anche Andrea Bruzzone di Bolzaneto ha una piccola produzione di Scimiscià. Il suo Cuxa (cugina in dialetto ligure) è di colore giallo paglierino e al palato è sapido, floreale, fruttato, minerale. Potete andarlo a degustare presso la sede dell’azienda. http://www.andreabruzzonevini.it

Con il giusto sostegno e una maggiore attenzione da parte del mercato, lo Scimiscià potrebbe diventare un simbolo della rinascita dei vitigni liguri dimenticati, contribuendo a preservare il patrimonio enologico della regione. Se siete amanti dei vini rari e delle storie di riscoperta, lo Scimiscià è sicuramente una bottiglia da provare, per un viaggio nei sapori autentici della Liguria.

Franco Demoro

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