Noli: Nobile Repubblica Marinara

Siamo ad un paio di decenni prima della nascita di Cristo, i Romani combattono con le tribù celto-galliche della zona ligustica, Sabazi, Ingauni, Intenerii.

Capo Noli (non si chiamava ancora così, probabilmente Neapolis, “città nuova”) viene scelta dai romani per costruire un cantiere navale, del resto alle spalle ha i boschi, davanti il mare… Quel mare che la farà. una decina di secoli più avanti, Repubblica Marinara, la quinta, quella che non compare sui libri di storia, che non fa i “selfie” con Genova, Pisa, Amalfi e Venezia, ma che ha una storia antica, gloriosa, nobile. Da qui partì Anton Da Noli, patrizio genovese, esploratore dopo il “mille non più mille”, delle coste africane, da qui partirono esploratori e pescatori. Pescatori, non di pescherecci, ma di gozzi, di vele latine, di sciabiche rispettose, capaci di catturare i “cicciarelli” (pesca oggi proibita, per ottuse leggi europee), un piccolo pesce, lüssu in dialetto, Presidio Slow Food, oggi cambiato, come Presidio, in “pesca tradizionale”, che si mangia fritto e si pesca con reti a maglie larghe che non impoveriscono il mare.

Alle spalle della costa l’altopiano delle Mànie, un paesaggio affascinante e selvaggio che invita a rilassanti passeggiate e alla sosta all’ombra dei lecci. Qui, col mare che si vede e si sente col profumo salmastro, si può andare alla ricerca delle grotte, le “Arme”, abitate dal misterioso e sconosciuto popolo ligustico (quello prima del Celti, per dire), con tracce ancora oggi a centro di studi e ricerche.

Noli è, e non potrebbe non essere, uno dei Borghi più belli d’Italia. Cosa c’è da vedere? Lasciamo a loro la parola: “Porta di Piazza è l’ingresso principale posto sulla seconda cinta muraria (XII-XIII sec.). Nella piazza sorge il palazzo Comunale che fu il centro della vita politica ed economica della Repubblica. Rimaneggiato nei secoli, presenta sulla facciata a mare quattro polifore ogivali e una meridiana. Accanto si erge, con la sua merlatura a coda di rondine, la torre del Comune (XIII sec.), posta su un basamento in pietra verde locale. Si vedrà, passeggiando, come le torri col loro profilo ardito e la tonalità rossastra dei mattoni, siano l’emblema più significativo della Noli medievale. Dal municipio, si passa sotto i due grandi archi della Loggia della Repubblica (XIV-XV sec.), da dove, percorrendo a levante una passeggiata coperta, si arriva in piazza Dante. Qui sorge la torre della Marina (XIII sec.) che nel 1673 fu donata dai nolesi ad Agostino Viale, inviato del doge, per aver impedito al duca di Savoia di impadronirsi del borgo. Accanto alla torre, si trova il signorile palazzo Viale-Salvarezza (fine XVII sec.). Via Transylvania termina con la torre di Papone (XIII-XIV sec.), posta appena fuori della prima cinta muraria e collegata al camminamento delle mura che scendono dal castello. Qui vi teneva armi e munizioni la Repubblica, che con la ferrata Porta Papona chiudeva l’accesso al Monte Ursino, il cui castello era l’estremo rifugio della popolazione in caso di attacco nemico.

Il castello dei marchesi Del Carretto (XII-XIV sec.) è sopravvissuto nella forma assunta dopo i rifacimenti genovesi del 1522, con le fortificazioni e il poderoso maschio racchiuso in un recinto poligonale. Aggrappato alle pendici del Monte Ursino si nota il palazzo Vescovile, oggi trasformato in albergo. Scendendo da via Vescovado per piazza Chiappella, si arriva all’oratorio di Sant’Anna, costruzione del 1771 con la facciata incompiuta, dal cui sagrato si ha una bella veduta d’insieme del castello e delle mura.

Varcata la Porta verso la città, si scorgono tutti e quattro gli angoli della torre del Canto (sec. XIII), così chiamata perché posta all’angolo di più strade. Giunti in piazza, ci si trova di fronte la chiesa di San Pietro, cattedrale dal 1572, costruita su base romanica in blocchi di pietra grigia (XII-XIII sec.) ma rifatta in epoca barocca. Attraversato il ponte, si raggiunge San Paragorio, con le sue linee bianco-rosate e il portico quattrocentesco fiancheggiato da tombe medievali. Cattedrale dal 1239 al 1572, è uno dei monumenti più importanti della regione. L’impianto romanico (XI sec.) si è sviluppato su una chiesa paleocristiana o altomedievale e presenta all’interno tre navate con absidi semicircolari dalle pareti affrescate nel sec. XV”.

NOLI E IL MARE: UNA VITA IN SIMBIOSI

I pescatori di Noli sono riuniti nella Cooperativa Luigi De Ferrari fin dai primi del ‘900 e sono eredi di una grande tradizione.  I loro antenati si sono distinti anche per azioni eroiche come quando nel 1917 si gettarono senza paura del mare in tempesta al salvataggio dei naufraghi del transatlantico Transylvania silurato da due sottomarini tedeschi nelle acque del Golfo dell’Isola e meritandosi la medaglia d’argento da parte del Governo Britannico dell’epoca. Ancora oggi al mattino vendono il pesce fresco sulla passeggiata in prossimità della spiaggia di Noli. A seconda della stagione il pescato varia: seppie e triglie in inverno, naselli, orate, polpi e piccolo pesce pelagico in estate ed in autunno sgombri e palamite. Per ogni tipologia si usano reti diverse o sistemi di pesca alternativi alle reti come lenze, palamiti, palangari e nasse.

Ma i fondali di Noli, conosciuti da tutti gli appassionati subacquei del Nord Italia che frequentano il Golfo dell’Isola, riservano anche altre sorprese. Vi aspettereste di vedere una piantagione di basilico in fondo al mare? È quello che vi offre l’Orto di Nemo, un giardino subacqueo in biosfere sottomarine collocate tra i sei e i sedici metri. Basilico, pomodori, fagioli, zucchine, piselli, fagioli e piante aromatiche coltivati in sei cupole ancorate sul fondo dove la temperatura è costante, non ci sono parassiti (nessun impiego di pesticidi) e l’umidità è sempre elevata. Un progetto partito nel 2012 grazie a Gianni Fontanesi e a Luca Gamberini che portano avanti con tenacia la loro idea visionaria. Nell’ottobre 2019 una forte mareggiata ha danneggiato la struttura ma l’Orto di Nemo è stato ricostruito meglio e più stabile di prima. È possibile prenotare un’escursione in Snorkeling (non è necessario essere esperti) sul sito www.escursioniliguria.com (Tel. +39 347 830 0620).

UNO STUDIO RECENTE AFFERMA: NOLI È IL PURGATORIO DI DANTE ALIGHIERI 

Nel 2021 ricorre il 700° anniversario della morte di Dante che cita Noli (“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli”) nel canto IV del Purgatorio. Uno dei percorsi di trekking più conosciuti è appunto la Passeggiata Dantesca che con un percorso ad anello sale fino a Bric dei Corvi (386 m.) per poi, lungo un antica strada romana passare per Voze e ridiscendere a Noli. Ma quale è stato il vero legame del Sommo Poeta e Noli? Il volume di Giovanni Toso, edito dalla nostra casa editrice, Dante, Noli e il Purgatorio svela dopo 700 anni i luoghi in cui Dante visse e ambientò il Purgatorio. Il libro introduce radicali innovazioni nei tradizionali paradigmi sulla vita del Poeta, sulle sue frequentazioni e sul Poema: è un ‘unicum’ storico-letterario dalle tesi rivoluzionarie, di cui un noto dantista ha scritto: “gli indizi addizionali apportano, via via, al poema di Dante un vero squarcio di luce!”.

Stefano Pezzini

 

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