Quando si intraprende una nuova iniziativa editoriale la prima domanda da porsi è il perché. In questo momento siamo sommersi da riviste, trasmissioni, libri sul cibo e la prima cosa che viene da pensare è che è molto difficile portare qualcosa di nuovo che desti l’interesse del pubblico. Però in tutto questo marasma di offerta legata all’enogastronomia purtroppo la Liguria ne esce un po’ oscurata. A parte il Pesto che è sicuramente la nostra bandiera in Italia ed all’estero, spesso i prodotti tipici liguri sono sconosciuti al grande pubblico. Eppure abbiamo eccellenze che nulla hanno da invidiare ai nostri vicini Piemontesi e Toscani che però hanno saputo creare un business legato all’enogastronomia che oltre alla vendita dei prodotti, porta flussi turistici importanti in queste regioni. Ed è da questa premessa che parte il progetto Liguria Food – Itinerari del Cibo. Certo non potremo mai metterci in concorrenza con, ad esempio, le produzioni vinicole delle regioni citate. I numeri non sono paragonabili se pensiamo che la Liguria nel 2016 ha prodotto (dati Istat) 63.000 hl di vino posizionandosi al penultimo posto tra le regioni italiane contro gli oltre 10 milioni di ettolitri del Veneto primo in classifica. Non sulla quantità quindi dobbiamo giocare ma sulla qualità. Il Pigato della Riviera di Ponente, il Rossese di Dolceacqua, lo Sciacchetrà delle Cinque Terre, solo per citarne alcuni, possono reggere il confronto con qualsiasi altro vino nazionale o estero. Per questo è necessaria un’attenta opera di divulgazione da parte di istituzioni e produttori. La nostra regione ha molte altre frecce nel suo arco. Il territorio, questa lunga striscia di terra stretta tra le montagne e il mare offre un clima invidiabile per tutto l’anno con una biodiversità unica, paesaggi mozzafiato e una ricettività turistica che sta affrontando la sfida di destagionalizzare per non vivere solo nel periodo estivo. Ed ecco che allora anche le piccole produzioni locali possono diventare un polo di attrazione per nuovi flussi turistici. Per entrare in questo scenario bisogna partire da lontano e magari seguire la strada già percorsa da altri. Chi poteva immaginare nel 1999, allorché un manipolo di appassionati organizzò la prima 24 Ore Mtb di Finale, che quello era il primo passo per lo sviluppo del turismo outdoor nel comprensorio? A distanza di 17 anni Finale Ligure è conosciuta a livello mondiale ed è una delle poche località liguri che gode di flussi turistici per tutto l’arco dell’anno. C’è voluta una buona idea e soprattutto la convergenza di intenti tra istituzioni e operatori privati che hanno saputo trasformare un evento curioso nella prima pietra per la creazione di un marchio che ora molti tentano di copiare. Il mondo dell’enogastronomia ligure sta acquisendo la consapevolezza di avere tutti i numeri per crescere sia a livello di immagine, sia come produzioni e sia come polo di attrazione per nuovi flussi turistici. Fare “sistema” non deve essere una frase detta tanto per dire, ma l’unica strada percorribile per la creazione di un vero brand per la cucina ligure. Troppo spesso le poche risorse disponibili si sono disperse in tanti piccoli progetti spesso identici che, finiti i fondi, non hanno saputo camminare con le proprie gambe. Liguria Food si prefigge quindi un doppio scopo. Il primo è di quello di sviluppare un’opera di divulgazione e promozione delle eccellenze enogastronomiche e turistiche liguri che prevede la distribuzione del magazine in edicola nelle regioni confinanti e l’invio gratuito ad un selezionato target di utenti per creare un’interesse verso le nostre eccellenze. Il secondo è quello di tenere informati le istituzioni, le associazioni e i produttori dei progetti che vengono messi in campo favorendo una comunità di intenti per portare avanti le iniziative che più hanno possibilità di successo. Vi invitiamo a collegarvi alla nostra pagina Facebook e farci sapere il vostro giudizio e suggerimenti per migliorare il nostro prodotto.
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