L’Acciughetta diventata grande

Nel quartiere residenziale di Carignano ha aperto da pochi mesi il ristorante Quelli dell’Acciughetta. E se vi state chiedendo se è un’evoluzione della trattoria di Via Prè la risposta è sì!

Il nome è un richiamo, più che all’ingrediente, alla storia che ha portato a questa  sfida che vede una nuova generazione di ristoratori genovesi portare una ventata di novità nella città della Lanterna. Eh sì, perché pochi avrebbero scommesso nel 2015 sull’iniziativa della giovanissima Giorgia Losi, classe 1987, nessuna esperienza nel settore, quando decise di rilevare il locale dove ora si trova la sua prima “creatura”: la Trattoria dell’Acciughetta. Giorgia è una genovese di nascita che per qualche anno ha seguito l’indirizzo degli studi (Laurea in Scienze della Comunicazione) lavorando in grandi agenzie tra Roma e Milano ma, quando si è prospettata la possibilità di rilevare questo piccolo locale nella malfamata Via Prè, ha preso la palla al balzo e ha seguito la sua passione per l’enogastronomia. L’inesperienza è stata affrontata con l’entusiasmo che solo la gioventù può dare e il primo passo, dopo il normale assestamento, è stato quello di creare una squadra a sua somiglianza. Entra così un aiuto chef giovanissimo, Simone Vesuviano, appena diplomato all’Istituto Alberghiero Marco Polo che nel volgere di due anni prende in mano lo scettro in cucina e fa il passaggio da dipendente a socio. E’ una crescita professionale fatta sul campo e gradualmente vengono affiancati al menù tradizionale ligure di acciughe fritte e trofie al pesto anche piatti più complessi e creativi. Lo staff cresce ma non l’età, che vede una media abbondantemente sotto i 25 anni. E l’entusiasmo di questa brigata comincia a far parlare di sè guadagnandosi la citazione in guide prestigiose come quella del Gambero Rosso. 

Per Giorgia, aver lavorato in una grande agenzia di comunicazione è un plus nello sviluppo del marketing del ristorante, che le ha permesso di essere portata ad esempio come caso di successo nel libro di Nicoletta Polliotto, curatrice della nuova collana Hoepli dedicata al turismo e alla ristorazione, “Digital Food Marketing”. 

La Trattoria dell’Acciughetta propone un menù principalmente di pesce ed i piatti nascono dalla fantasia, dallo studio delle tecniche, dalla curiosità verso la contaminazione sempre nel rispetto delle radici e della tradizione ligure. Il ristorante è infatti entrato nel circuito dei ristoranti Liguria Gourmet, il marchio delle Camere di Commercio della Liguria che certifica gli alfieri della tradizione enogastronomica ligure. 

Dopo un lustro parte una nuova sfida con l’apertura di “Quelli dell’Acciughetta” in Corso Podestà 51. Intanto entra a far parte della società anche l’amico di sempre di Simone Vesuviano che faceva già parte dello staff della Trattoria dell’Acciughetta da tre anni: Matteo Rebora ora divide la responsabilità delle due cucine con Simone. Li incontriamo a fine cena e siamo contagiati dall’entusiasmo di questa nuova generazione di ristoratori. L’orgoglio di essere riusciti a creare un’impresa che funziona, l’ambizione ad alzare l’asticella nei nuovi locali, l’umiltà nel voler migliorare la qualità dei piatti e un’armonia evidente che accompagna tutto lo staff ci fa affermare con certezza che sentiremo sempre più parlare di loro. I piatti che ci hanno presentato questa sera sono una conferma della fama che si sono costruiti in questi 5 anni. Il locale è moderno e spazioso con una atmosfera calda e accogliente. Il menu è più ricercato che nella trattoria ed è presente anche un’offerta maggiore di piatti di terra, anche se il mare rimane il protagonista principale. Abbiamo veramente apprezzato il Ceviche di ricciola agli agrumi di Sicilia con salsa avocado e cialde di peperone e tra i secondi il polpo alla brace con cime di rapa all’nduja, marmellata di fichi e stracciatella affumicata. Una menzione speciale poi al dolce Basilico on my mind (trovate la ricetta in fondo all’articolo), che è valso a Simone e Matteo la vittoria al recente contest svolto al Mog di Genova #pestoaparte organizzato dal Consorzio del Basilico DOP e che annoverava tra i giudici, oltre al presidente e il segretario del Consorzio, Mario Anfossi e Giovanni Bottino, lo chef stellato Ivano Ricchebono e l’ideatore del Campionato Mondiale del Pesto Roberto Panizza.

Concludiamo con la carta dei vini elaborata da Clarissa Masala, in cui, oltre ad un offerta di etichette nazionali, sono rappresentate anche il meglio delle cantine liguri e dove naturalmente non può mancare la Bianchetta Genovese. Come accennato la mano di Giorgia Losi è evidente, oltre che nella parte amministrativa anche nella scelta dell’arredamento, nei piccoli particolari, come le tazzine da caffè personalizzate, ma soprattuto nella gestione della promozione del ristorante. Un sito internet semplice ed intuitivo permette l’acquisto di cene anche per gruppi di persone e i profili social sempre aggiornati contano migliaia di follower. Insomma due locali da inserire in un ipotetico tour gastronomico genovese. Considerando poi che i due cuochi sono entrambi Under 25, la loro carriera è da seguire davvero con particolare attenzione.

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