Celle Ligure, smalto di ceramica

Sin dall’antichità, l’abitato “siede” tra Punta dell’Olmo e la Madonnetta al centro d’una baia incantata che diede i natali (1414) anche a Francesco della Rovere, asceso 57enne al soglio pontificio come Papa Sisto IV.

La passeggiata a mare (sulla dismissione ferroviaria), le case dalle tinte pastello, le alture di Sanda e Pecorile e Cassisi, grumi di case che si crogiolano nel sole, il tessuto di chiesine e cappellette, gli animati eventi dedicati agli antichi mestieri e all’enogastronomia sono virtuosi pretesti per approfondire – anche nella cosiddetta bassa stagione – il genius loci di un borgo celebre ma al contempo “far from the madding crowd”. Basti il felice aumento demografico (di circa 3mila abitanti in circa 150 anni) a renderne testimonianza.

Ricorre poi in questi giorni la buona, anzi eccellente notizia che Celle Ligure è meritatamente entrata a far parte del circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. Il centro storico, con dimore patrizie e tipici carruggi, la bella chiesa della Consolazione sul lungomare, le torri e le case-forti* per scorgere in tempo e proteggersi dalle frequenti incursioni piratesche, la tradizione ceramica ammirabile anche con opere all’aperto compongono un patrimonio storico-culturale che profuma di mediterraneità. Ognuno componga i propri itinerari.

Celle detiene inoltre una preziosità cinquecentesca, il Polittico di San Michele, commissionato dai pescatori locali a Perin del Vaga, sodale artistico di Raffaello, all’epoca impegnato negli affreschi del Palazzo del Principe (Andrea Doria) a Genova. Il Polittico sta nella chiesa di San Michele, insieme ad opere del De Ferrari, di Fiasella, di Piola, di Maragliano, chiesa la quale ospita anche un pregevolissimo organo.

Del resto, “C’è più storia in un’onda del Mediterraneo che in tutti gli oceani messi assieme”, scrisse il romanziere partenopeo Raffaele La Capria… Ed il Mediterraneo di Celle Ligure vanta da ben 27 anni la Bandiera Blu, per la qualità del litorale ed i servizi del porticciolo di Cala Cravieu. La località è ben raggiungibile sia con l’autostrada che con la via Aurelia, e dispone di stazione ferroviaria. Va da sé che il blu del mare ed il verde della natura attraggono ed ospitano turismo non solo balneare, ma anche surfers, divers, trekkers, bikers, ippoturisti… Non di rado, appena un po’ più al largo, già si avvistano i cetacei.

Il pescato**, l’olivicoltura, gli ortaggi e la frutta costituiscono da sempre risorsa socioeconomica importante, che secoli addietro nutrì anche vivi scambi commerciali. Di castagneti e sughereti rimane oggi assai poco, ma le fasce terrazzate da muretti a secco ascendono le scoscese verticalità consentendo microappezzamenti piani per coltivare caso per caso, grazie ad un microclima eccezionale, alberi da frutto (fichi, nespole, cachi, mandorle…) che donano anche confetture, vigneti (molto varia l’ampelografia), olivi per un extravergine sempre gentile, basilico, borragine, melanzane… Qui e là s’incontrano anche arnie di apicoltori.

Per le vie del borgo, pieds dans l’eau, ecco quindi il profumo di focaccia e focaccette, di farinata, di pesto, di acciughe fitö faete per non smarrirne la fragranza. In una guida di Gino Veronelli del 1968 che conservo gelosamente si legge “Nella prima estate i pescatori effettuano la messa sotto sale, in albarelle di terracotta, delle acciughe. Ottime da consumarsi d’inverno, dissalate, bagnate con olio di frantoio e insaporite con l’origano; ne consiglio l’acquisto”. Ma il gourmet apprezzerà a Celle anche i ciuppin e le buridde, la cima, le torte salate, i fiori di zucca ripieni… Ricette che ogni orchestrale – pardon, ogni cuoco e massaia – interpreta, fascinosamente, a modo proprio.

In loco, infine, ben si perpetua anche il rito del preböggiön. Il mondo agricolo, come noto, ha tramandato molti usi oralmente, il fine era sovente integrare una dieta assai carente, e queste piante non a caso vengono dette “alimurgiche”, ovvero farmaci spezza-fame, la sagacia alimentare consisteva nel privilegiare foglie di getti giovani e centrare le proporzioni fra piante (talune sono più dolci, talaltre più amare). Va da sé che il preböggiön, mix componibile da una settantina di diversi erbaggi, cresce bene non solo ove meglio esposto (in tal senso la Liguria vanta da molto tempo un ottimo clima), ma anche presso orti lavorati, letamai e fessure di muretti a secco, e viceversa scade purtroppo di qualità dove la terra giace in abbandono. Celle Ligure, in un intrigante volumetto che lessi anni fa, ne “rivendica” uno peculiare, così formato: garatun (Hyoseris Radiata), scixerbua (Sonchus Oleraceus), gattalevre (Reichardia Picroides), rampusciu (Leontodon Tuberosus), radicciun (Hypochoeris Radicata), gea (Beta Vulgaris), indivia (Cichorium Indivia), boraxe (Borago Officinalis). Buon appetito.

*sovente erano tozze, assai robuste, e dotate di garitte per le guardie
**il toponimo potrebbe legarsi a “cellae” (depositi, magazzini) dove si stivavano attrezzi marinareschi…

Umberto Curti

Celle Ligure, un itinerario gastronomico

(A cura della redazione)

Celle Ligure è uno dei luoghi principali di produzione del Basilico Genovese DOP. Sulle alture a levante del borgo, proprio nei pressi dell’uscita autostradale, si trova la Calcagno Paolo Società AgricolaInsediata in ben 11 serre sulle terrazze della “natta”, una terra baciata dal sole, con temperature miti e con l’aria che conserva l’umore e i sapori del mare, l’azienda cellese coltiva la pianta verde 12 mesi all’anno.  Qui nasce un prodotto davvero di altissima qualità che viene utilizzato fin dalla prima edizione del Campionato Mondiale del Pesto quale ingrediente prescelto per rappresentare la Liguria gastronomica nel mondo. Il basilico viene prodotto e commercializzato in bouquet di più piantine con aggiunta sulle radici di terriccio naturale allo scopo di prolungarne la durata. Negli ultimi anni la coltivazione dell’azienda si è ampliata con ortaggi, agrumi e frutta. Tale attività ha permesso di intensificare la partecipazione ai mercati e fiere organizzate dal marchio “Campagna Amica” dove non è difficile individuare i mazzetti di basilico della Calcagno grazie al caratteristico colore fucsia che li avvolge. Ma se volete conoscere Mister Basilico, alias Paolo Calcagno, vi consigliamo una visita allo spaccio aziendale in Via Posetta 45A. E con l’ingresso della nuova generazione presto ci saranno grandi novità (www.calcagnopaolobasilico.it Tel. 019.993961).

Altro punto di riferimento per l’enogastronomia è ll Frantoio della Cooperativa di Celle Ligure. Dal 1911 svolge la propria attività raccogliendo le olive di oltre trecento soci piccoli conferitori e nella sede di via Sanda 6 potete acquistare l’olio extravergine prodotto dal Frantoio. Il Frantoio sta svolgendo un’importante attività per il recupero degli antichi oliveti e da quest’anno è entrato nel Consorzio Olio Dop Riviera Ligure. In questo percorso si sta valorizzando un’antica cultivar che cresce esclusivamente in questa zona: la Nostrana e per il 2023 l’obiettivo è di produrre il primo lotto di olio Monocultivar di questa specie (info: frantoiocelleliguresoc@gmail.com).

Molti sono i ristoranti in cui gustare prodotti tipici o il pesce del Mar Ligure. Tra i tanti vi segnaliamo il ristorante 27 Food & Drinks di Via Stefano Boagno 12, proprio sulla via pedonale che porta al mare. Troverete cucina tipica del territorio in un ambiente accogliente ed informale. Il ristorante è aperto tutto l’anno e nella bella stagione è disponibile anche l’ampio dehor. Tra i piatti vi consigliamo di provare i ravioli di branzino di Chef Mirco.  Per info e prenotazioni: 019 992699.

A pochi passi, in piazza del Popolo 2 vi consigliamo di fare una visita al Bistrot 27. Anche se il nome può ingannare si tratta di un altro locale con una filosofia completamente diversa. Bistrot 27 è aperto tutto l’anno dalla colazione all’after dinner ed è il posto perfetto per gustare ottimi aperitivi e menù sfiziosi. Per i cocktail vengono valorizzate le eccellenze del territorio e qui potrete provare il Moonshine di Sassello  o il gin Pier67 di cui abbiamo parlato nello scorso numero.  Ma quello che ci ha più incuriosito e ci ha convinto ad approfondire sul prossimo numero è l’innovativo trattamento del pesce. Qui i gusti del pescato del Mar Ligure sono esaltati dalla tecnica della frollatura a secco che potete visionare all’interno del locale. (Info: www.bistrot27.com. Tel. 019 450 9273).

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