D.O.C. Cinque Terre: i miei primi cinquant’anni

Costa rocciosa, paesi variopinti che si affacciano sul mare in piccoli golfi, colline ricoperte da distese di macchia mediterranea, un panorama suggestivo dal grande impatto visivo, che rende le Cinque Terre una continua meta turistica e balneare.

Impareggiabile è il territorio di questi cinque piccoli borghi, che li rende unici al mondo, donando un’emozione profonda la vista dei suoi terrazzamenti, le coste scoscese che, in pochi metri, si trasformano da scogliera in montagna. Un territorio difficile: fazzoletti di terra strappati con fatica e tenacia ai boschi e all’acclività del versante, con appezzamenti sostenuti da muretti a secco il cui compito è quello di trattenere la terra dalle forti pendenze che finiscono a strapiombo sul mare.

Le Cinque Terre non sono solo borghi di pescatori, insieme di casette colorate: la coltivazione della terra, della vite, dell’ulivo e il relativo loro mantenimento, rappresentano l’unico modo per salvaguardare la cultura e l’economia complessiva ponendosi anche come migliore risposta al problema del dissesto idrogeologico. Pochi aiuti tecnologici, caratteristiche impervie del territorio fanno sì che sia ancora la fatica dall’uomo a farsi carico di una viticoltura non a caso definita eroica.

La storia data le prime attività viticole nella zona delle Cinque Terre nel VI secolo a.C., quando i mercanti greci, abili navigatori e commercianti, introdussero la vite in Liguria. La conquista Romana apportò miglioramenti dal punto di vista tecnico e qualitativo. Plinio il Vecchio (I° sec. d.C.), scriveva nella sua Naturalis Historia, che “i vini Lunensi detengono la palma dell’Etruria” trovando una via commerciale presso il porto di Luni.

Nel XVIII e nel XIX secolo la zona delle Cinque Terre è caratterizzata dalla massima espansione nella produzione di vino: nell’800 la superficie vitata rasenta i 1.700 ettari, andando via via diminuendo a causa della fillossera e, successivamente, per la scelta di un lavoro maggiormente remunerativo. Oggi, dopo un lento e faticoso recupero dei vigneti distrutti e abbandonati, si è arrivati a poco più di 100 ettari.

La base ampelografica dei vigneti è caratterizzata da Albarola, Bosco e Vermentino da cui si producono il vino Cinque Terre e il noto Sciacchetrà.

Negli anni sessanta era difficile contattare i mediatori che trattavano l’acquisto del vino e strappare loro un prezzo ragionevole: si adducevano difetti come lo spunto acetico, per abbassare il prezzo, ma lo spazio nelle cantine era capace di ospitare una sola vendemmia, con la conseguenza che si otteneva un prezzo di gran lunga inferiore. Inoltre esisteva una vera e propria truffa sul commercio del vino e altri prodotti che venivano spacciati per Cinque Terre: una falsificazione del prodotto a discapito di un minor prezzo e una qualità decisamente inferiore.

Ma nel 1973 si costituì la Cooperativa Agricoltura Cinque Terre con un gruppo di una ventina di soci fondatori. Poi nel mese di maggio fu deliberata dal Ministero dell’Agricoltura la DOC Denominazione di Origine Controllata sia del vino Cinque Terre sia del Cinque Terre Sciacchetrà. Due passaggi che hanno costituito la rinascita dell’area. Si arresta l’abbandono del territorio, si valorizza la viticultura eroica e si tutela il marchio “Cinque Terre” e “Cinque Terre Sciacchetrà”, garantendo il presidio e la conservazione della biodiversità di un territorio tanto straordinario quanto delicato. Tra i meriti della cooperativa ci sono terrazzamenti e muretti a secco, trenini a cremagliera, sistema idrico e sentieri, autentica rarità architettonica. A spingere verso questo approccio è la consapevolezza diffusa tra i 220 soci che l’unione faccia la forza e di essere tutti legati tra loro con il territorio.

Paradossalmente fu più facile vendere vino dopo lo scandalo del metanolo in quanto i consumatori tesero ad orientarsi verso vini di qualità garantiti, diffidando dei prezzi al ribasso praticati per vini di scadente qualità.

L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra lo 0 e i 900 m s.l.m. con quota prevalente compresa tra 600 e 700 m, pendenza tra il 35 e il 50%, e distanza dal mare compresa tra 0 e 5 Km.

Due sono le tipologie di vino Doc Cinque Terre: Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, ognuna realizzata con procedimenti di vinificazione diversi che ne fanno una qualità esclusiva. Qui è il territorio che marca i vini più che le varietà che possono essere utilizzate: Bosco (minimo 40%), Albarola e Vermentino (minimo 40% da soli o congiuntamente) e altre varietà ammesse in provincia di La Spezia.

Il Bosco per le caratteristiche del grappolo si presta bene all’appassimento per la produzione di “Sciacchetrà” punta di diamante di molte aziende per la sua grande piacevolezza data da colori dorati, profumo di miele ed una dolcezza vellutata e ben supportata da acidità e sale.

Grande conquista fu quella di delimitare alcune zone particolmente vocate all’eccellenza e menzionare in etichetta le sottozone: “Costa de Sera”, “Costa de Campu”, “Costa da Posa” e “Cinque Terre Sciacchetrà”.

La peculiarità dei vini delle Cinque Terre sta nella verticalità, nella sapidità che a volte diviene quasi salata. Il naso si esprime delicato con note floreali, a volte fruttate, di erbe aromatiche, sentori di mare, di salmastro. La bocca è piena, di maggiore struttura rispetto a quanto ci si attenderebbe dal naso. I vini delle Cinque Terre sono vini di pietra e di mare, hanno lo stesso carattere di chi li produce, vini che non concedono spazi a compromessi, poca apparenza e molta sostanza, vini solari che profumano di scogli, di frutta ed erbe spontanee.

La punta di diamante dei vini DOC delle Cinque Terre è lo Sciacchetrà, prezioso vino passito, un vino-simbolo della fatica e del sudore dei contadini, un bene prezioso da stappare nelle ricorrenze, portabandiera di antichi e profondi valori umani e morali. Questo delizioso passito, dal colore ambrato e dal profumo di mandorla, matura solo dopo tre anni: una produzione davvero affascinante!

(Avevamo dedicato un articolo allo Sciacchetrà sul numero 14 dicembre/gennaio 2020 di Liguria Food visibile su www.liguriafood.it).

Franco De Moro

IL TOUR DELLE CANTINE

(A cura della redazione)

La Cooperativa Agricoltura Cinque Terre è  stata costituita nel 1973 da un gruppo di una ventina di soci fondatori quasi in concomitanza con la delibera del Ministero dell’Agricoltura della DOC (Denominazione di Origine Controllata) sia del vino Cinque Terre sia del Cinque Terre Sciacchetrà.  La Cooperativa ebbe la prima sede a Manarola cominciando l’attività nel 1974 con il ritiro del vino dei soci dell’anno precedente. Dal 1974 al 1981 la Cooperativa ritirava il vino dai soci facendo fronte a tutte le fasi di lavorazione in cantina, garantendo un prezzo di conferimento notevolmente superiore a quello praticato da un mercato nel quale il prezzo era di fatto imposto al ribasso dai mediatori.  Nel 1982 fu realizzata la Cantina Sociale in località Groppo dopo aver acquisito gli appezzamenti dai vari proprietari e da allora sostanzialmente iniziò una nuova dimensione. La cooperativa agricola unisce oggi 220 soci proprietari di 46 ettari di vigneti, distribuiti in uno dei comprensori D.O.C. più originali al Mondo. L’Obiettivo è garantire che ognuna delle 200.000 bottiglie prodotte ogni anno e marchiate “Cantina Cinque Terre” – si tratti di Sciacchetrà DOC o di Cinque Terre bianco DOC – e ogni confezione di altri prodotti tipici esprima la qualità e le caratteristiche organolettiche che hanno reso i frutti di questa terra noti e apprezzati in tutto il Mondo. Vista l’importanza primaria della tutela del territorio, viene assicurato che ogni produzione sia sostenibile e parte dei proventi vengono destinati a tale finalità e al benessere della comunità che lo abita e lo custodisce. La cooperativa infatti, non si limita semplicemente a tutelare il territorio, la sua biodiversità e la sua bellezza, ma si adopera per strapparlo alle logiche del turismo di massa, affinché si preservi. La Cooperativa Agricoltura Cinque Terre è attiva nell’introduzione di tecnologie sempre più all’avanguardia che, pur in linea con le metodologie tradizionali, rendono sostenibile la produzione sia per le persone sia per la natura.  Presso la sede è stato allestito un fornitissimo punto vendita e si possono effettuare degustazioni, visite in cantina e esperienze in vigneto. Potete raggiungerla con Bus Navetta da Manarola o ultilizzare l’ampio parcheggio clienti. Per maggiori info: www.cantina5terre.it, Tel. 0187 920435 – Cell. 3476245152 oppure scrivere a accoglienza@cantina5terre.com

Possa è Heydi Bonanini, fortemente radicato a Riomaggiore e ancora più alla sua collina, Possaitara, che non a caso da il nome all’azienda. Partito nel 2004 da poco più di mezzo ettaro, oggi ne conta cinque estesi tra Riomaggiore, Tramonti, l’Isola Palmaria, e Monterosso. Per lui fare il vino significa farlo “come si faceva una volta”. In cantina viene riproposto l’uso del legno sia per le fermentazioni che per la maturazione, non necessariamente rovere ma anche riscoprendo le essenze tipiche della tradizione locale, come caratelli di acacia, castagno, ciliegio. Nessun prodotto chimico viene usato per i lavaggi dei locali e dei vasi vinari o attrezzature in genere ma solo vapore. L’intento finale è quelle di arrivare ad un’azienda “chimica free” e potenziare negli anni l’uso di energie rinnovabili, primo tra tutti quella solare. La produzione legata alla DOC è quella del Cinque Terre Bianco e Cinque Terre Sciacchetrà ambedue nella versione affinata in acciaio o in anfora di terracotta. Per maggiori info: www.possa.it, Via S. Antonio,72  19017 – Riomaggiore (SP) – Italia Info@possa.it,Tel. +393483162470

Era il 1913 quando nacque l’azienda vinicola Arrigoni grazie al capostipite Gervasio, toscano di nascita, ma divenuto spezzino per matrimonio. Egli diede vita ad un’attività agricola di piccole dimensioni che via via si sviluppò grazie all’opera del figlio Bruno. L’azienda acquisisce una tenuta nella zona di San Gimignano, e Riccardo Arrigoni, la terza generazione, dà ulteriore impulso fino ad arrivare a possedere 19 ettari tra le DOC Colli di Luni e Cinqueterre. La famiglia è il centro attorno al quale con passione, orgoglio e filosofia di vita si produce vino. Grande rispetto per il territorio, valorizzazione del lavoro e legame con la tradizione portata avanti con fatica, determinazione e artigianalità. Ed ogni bottiglia reca fieramente lo stemma di famiglia, per sottolinea-re la storia, le origini e la mission aziendale. La produzione legata alla DOC consta di  due bianchi, etichette Tra i Monti e Pipato (premiato nel 2021 con la medaglia d’oro al Mondial des Vins Extremes) e due Schiacchetrà. La sede dell’azienda è a La Spezia, in via Sarzana 224 ed è possibile prenotare degustazioni per chi vuole conoscere la viticoltura eroica delle Cinque Terre ed assaggiare le specialità del territorio accompagnati dalla passione della titolare Sara Arrigoni. Per maggiori info: www.arrigoni1913.it Email: sara.arrigoni@awf2000.com. Tel. 0187 504060

Podere Terenzuola è Ivan Giuliani, nato a Stresa, Lago Maggiore, dedicatosi agli studi scientifici ma, compreso non essere la sua strada, abbandona tutto per tornare nel posto del cuore, la casa di famiglia e delle vacanze estive che è oggi la cantina di Terenzuola. Partito nel 1993 con 3.000 mq di terreno vitato di famiglia, oggi dispone di ben ventiquattro ettari, estesi tra Corniglia, Fosdinovo, Castelnuovo e Carrara. Una Lunigiana storica dove Liguria e Toscana si scambiano e si contaminano. I vigneti di Terenzuola alle Cinque Terre si estendono per 1,5 ettari su tre differenti fasce altimetriche, scelta dettata dalla volontà di ottenere uve con caratteristiche differenti e di conseguenza vini molto equilibrati. I vigneti più vicini al mare, nel territorio di Corniglia, donano al vino la giusta struttura; quelli della fascia di mezzo, in località Volastra nel Comune di Riomaggiore, un’importante aromaticità; mentre quelli della parte alta, nei pressi del “Telegrafo” di Riomaggiore, conferiscono l’indispensabile componente acida. Alla vecchia coltivazione a pergola, per i nuovi impianti delle Cinque Terre, si è preferito il sistema ad alberello, la forma di allevamento storicamente adottata nelle aree maggiormente calde e impervie del Mediterraneo, così da sfruttare al meglio il poco terreno, garantendo a ogni singola pianta la giusta dose di spazio e luce. Da queste vigne proviene il Cinque Terre DOC Le Eroiche. Per info: www.terenzuola.it, Via Vercalda 14, 54035 Fosdinovo (MS), Tel. 0187 670387

La Cantina Capellini rappresenta un’unicum tra i produttori delle Cinque Terre. La sede si trova a Volastra, sulla collina che sovrasta Manarola. Alla guida dell’azienda Luciano che ha imparato da suo padre Oreste e dal bisnonno Bernardo a fare il vino come lo facevano loro, con pazienza e dedizione. Al suo fianco il figlio Mirco, parmigiano da sempre, tranne d’estate, in cui la Riviera ligure di levante diventa la sua seconda casa e la moglie Laura. Qui hanno creato l’Agrivino, un punto di degustazione tra le vigne unico nel suo genere. Posizionato proprio sul sentiero che collega Manarola a Corniglia in questo luogo si può veramente capire perché alle Cinque Terre si parla di viticoltura eroica. La perizia nel mantenimento dei muretti a secco poggiati su roccia viva per strappare terreno per le vigne, le cremagliere per la raccolta  e le tradizioni millenarie vengono raccontati nell’originale MUVI: un percorso nelle vigne pensato per la fruizione autonoma attraverso l’utilizzo di materiale multimediale consultabile tramite QR code. La Cantina Capellini offre una serie di esperienze che vanno dalla semplice degustazione all’agricena, all’agripicnic fino alla suggestive serate romantiche. E vi assicuriamo che il panorama è veramente impareggiabile. La produzione legata alla DOC è un Bianco Cinque Terre e uno Sciacchetrà. Per maggiori info e prenotazioni: www.cantinacapellini.it, Via Montello 240B 19017 Volastra Cinque Terre, Liguria, Italia. info@cantinacapellini.it, tel.+39 351 519 2522

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