Amaretti di Sassello: una lunga storia

Sassello, 1860. L’osteria della signora Gertrude ha pochi tavoli e nella bella stagione il locale è frequentato anche da villeggianti. La cucina è semplice e genuina e chi viene a pranzo pregusta i dolcetti casalinghi che Gertrude da qualche tempo propone ai clienti, in particolare certi amaretti morbidi impareggiabili. Viene il momento del dolce e Gertrude serve ai tavoli i famosi amaretti spiegando di essere alla ricerca di un nome che li caratterizzi. Uno dei presenti, intento a fumare un sigaro “Virginia”, suggerisce di attribuire proprio quel nome agli amaretti, e da quel momento comincia la storia documentata dei famosi dolcetti di Sassello. In occasione delle celebrazioni colombiane del 1892, agli amaretti Virginia viene assegnata la medaglia di bronzo, seguita dalla medaglia d’argento ad Arcachon nel 1897, alla menzione onorevole a Torino nel 1898, alla medaglia d’argento a Genova nel 1903 e alla prestigiosa medaglia d’oro, con onorificenza speciale, a Parigi nel 1911. Nel frattempo Gertrude non è più l’unica a produrre gli amaretti e il figlio Pietro Rossi, entrato a dar manforte ai genitori, decide di proteggere il marchio sottoponendolo alla tutela delle leggi del Regno d’Italia, come dimostra un documento datato 1897.

La storia degli amaretti di Sassello prosegue nel tempo fra aziende che nascono, altre che crescono e si consolidano e talune che arrivano a fondersi. Un percorso fatto di ingredienti scelti, procedimenti curati e saperi tramandati, fra vicende familiari che si intersecano con la storia locale e i grandi eventi mondiali. Nulla che possa frenare il successo degli amaretti, profumati e serbevoli, come li definisce la prima Guida Gastronomica d’Italia (Touring, 1931). L’evoluzione continua soprattutto nella presentazione del prodotto, poiché il progresso e il cambiamento delle mode presentano sempre nuove opportunità. La tecnologia affina il procedimento ma la sostanza non cambia: nessun sacrificio della qualità. Il mortaio e il pestello vengono sostituiti via via da macchinari più moderni e così pure le fruste a mano rimpiazzate dalle sbattitrici, ma sempre traguardando l’identità originale del prodotto senza mai scendere a compromessi, ancor più nella cura e nella ricerca dei migliori ingredienti, base essenziale per ogni preparazione d’eccellenza. 

Gli amaretti di Sassello, che un tempo si trovavano solo nelle botteghe del paese, esposti in bella mostra in albanelle di vetro, cominciano a vestirsi di carte colorate e scatole artistiche: viaggiano oltre i monti savonesi e arrivano sulle tavole di tutta Italia, e non solo. Dal Secondo Dopoguerra molte di quelle botteghe diventano laboratori artigianali o moderne fabbriche, con indirizzi commerciali del tutto eterogenei che vanno dalla produzione di nicchia di piccole realtà, come la ditta Giacobbe che continua la tradizione della lavorazione manuale, fino alle aziende dolciarie più strutturate, come La Sassellese (capace di assorbire anche altri marchi locali), Panarello che nel 1983 ha acquisito lo storico marchio Vittoria e naturalmente Virginia, tutte in grado di esportare gli amaretti di Sassello – e non solo – in ogni angolo del pianeta. Sarà il progresso degli involucri a consentire a questi straordinari dolcetti di raggiungere, intonsi, qualunque destinazione.

Ed è sorprendente come un prodotto di tale successo continui a vedere la luce esclusivamente nel luogo d’origine. Se è vero che stiamo parlando di una località incantevole, incastonata fra le montagne liguri, seppur a mezzora d’auto dal mare, non si può nascondere che una fuga delle aziende più strutturate verso località strategiche non avrebbe sorpreso. E invece no, nessuno si è mosso, anzi, il legame con il luogo d’origine si percepisce tutt’oggi parlando con qualunque produttore, aspetto non certo trascurabile in termini di occupazione locale e di attrattività territoriale. 

Col termine “amaretto” si definiscono diversi dolcetti caratteristici di altrettante località italiane, e proprio per l’importanza nazionale di queste specialità, lo Stato ha deciso di tutelare il prodotto con regole specifiche contenute in un apposito decreto legge (D.L. 22 luglio 2005). Gli amaretti di Sassello rientrano nella categoria degli “Amaretti Morbidi” e devono essere prodotti con zucchero, mandorle di albicocca (armelline), mandorle e albume d’uovo. Si presentano come piccole semisfere con la superficie screpolata e l’interno morbido; hanno il caratteristico profumo di mandorla con quella nota di “amaretto” che c’è da supporre stia all’origine del nome. Oggi gli amaretti di Sassello vengono prodotti da una manciata di aziende dolciarie che occupano alcune centinaia di addetti ed esportano in tutto il mondo, portando all’estero anche il nome del luogo di produzione. Un’economia rilevante, tanto più in una zona “decentrata” che a fronte di qualche curva in più regala paesaggi, profumi e sapori ineguagliabili. Come gli amaretti di Sassello.

I PRODUTTORI

Qui di seguito trovate l’elenco dei principali produttori di Amaretti di Sassello.

LA SASSELLESE – A.D.R.

Via G. Badano, 44 – Sassello (SV)
Tel.019.724140 – Fax 019.724665
www.sassellese.it – info@sassellese.it

AMARETTI VIRGINIA

Loc. Prapiccinin, 6 – Sassello (SV)
Tel.019.724119 – Fax 019.724213
www.amarettivirginia.com
amarettivirginia@amarettivirginia.com

PANARELLO 

Via G. Badano, 28 – Sassello (SV) 
Tel. Fax 019.724101
www.panarello.com – info@panarello.com

ISAIA

Via G. Badano, 46 – Sassello (SV)
Tel. 019.724126 – Fax 019/724681
isaia@sassello.com

GIACOBBE 

Loc. Pianferioso, 4 – 17046 Sassello (SV)
Tel. Fax 019.724860
www.amarettigiacobbe.it
info@amarettigiacobbe.it

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