Dieci anni di Albenga in Tavola Gourmet

Festeggia i primi dieci anni di attività Albenga in Tavola Gourmet, l’azienda di Mauro e Roberto Sandri, padre e figlio, sbarcati con successo nel mercato della gastronomia dopo aver maturato una notevole esperienza nel settore agricolo.

Ci troviamo nella piana di Albenga famosa per una produzione orticola di grande eccellenza come l’Asparago violetto, il Carciofo spinoso, il Pomodoro Cuor di bue e la Zucchina trombetta. Ortaggi che in questa azienda sono diventati protagonisti di deliziose preparazioni: torte salate, frittate, lasagne, quiche, fiori di zucca ripieni e tante altre gustose specialità. Una produzione dal carattere schiettamente artigianale, che si avvale di macchine e attrezzature moderne, seguendo rigidi sistemi di controllo e rispettando tutte le normative di sicurezza alimentare. Prodotti che ogni giorno arrivano sulle tavole dei consumatori sia freschi sia attraverso la catena del gelo.

“La Liguria è una terra ricca di profumi e sapori affascinanti – spiega Mauro Sandri – un territorio unico, ricco di storia e di tradizioni gastronomiche, che alterna grandi città a piccoli borghi. Per raccontare questo territorio abbiamo deciso di puntare sulle piccole produzioni locali, espressioni autentiche di tradizioni centenarie, ma anche di innovazione”.

Un’azienda nata con una particolare attenzione al rispetto della tradizione, ma anche con una straordinaria capacità di interpretare le nuove esigenze del mercato. In pochi anni è diventata uno dei primi produttori italiani dell’Hummus di Ceci, grazie ad una ricetta originale, 100% vegana, che si è ritagliata uno spazio significativo in un mercato che è sempre più attento alla sostenibilità ambientale e che tende a privilegiare il consumo di proteine di origine vegetale. Per la produzione e commercializzazione di questo prodotto è stato creato il marchio “PerchèNo?!”, presente oggi presso le più importanti catene di distribuzione nazionali. L’Hummus è preparato soltanto con ingredienti di grande qualità perché la filosofia aziendale prevede cura e attenzione su ogni singolo ingrediente: i gustosi ceci italiani, l’ottima Tahina ed il gradevole succo di limone, ottenuto da coltivazioni attente al territorio ed alla natura, conferiscono al prodotto una freschezza e una genuinità senza eguali. Il grande e rapido successo ha portato alla creazione di altre e originali linee di produzione e l’hummus oggi viene anche prodotto in diverse varietà: con l’aggiunta di pomodoro, di Guacamole, dell’alga Spirulina e infine anche con la crema di acciughe Delisea dell’azienda Almavivandae.

Fra i prodotti del marchio “PerchèNo?!” non c’è soltanto l’Hummus, ma anche il Pesto, prodotto utilizzando Basilico Genovese DOP e nelle due versioni con l’Aglio di Vessalico o senza aglio, ed il Pesto Rosso, che prevede l’aggiunta dei pomodorini secchi. Albenga in Tavola Gourmet in questi anni ha continuato a sviluppare una linea di prodotti gastronomici sempre rispettosi delle tradizioni locali, proponendo deliziosi piatti pronti, che portano in tavola i profumi e i sapori del territorio.

“Amiamo utilizzare gli ingredienti della nostra terra – spiega Roberto Sandri, che segue in particolare l’attività del laboratorio – per proporre ai nostri clienti una gastronomia realizzata con materie di prima scelta e senza conservanti. I nostri prodotti portano in tavola non solo le eccellenze agricole del territorio, ma anche l’impegno e l’amore con cui li produciamo. Bontà e tradizione rendono unici i nostri piatti, che sono anche un volano per il turismo enogastronomico, in particolare per i piccoli borghi perché ne raccontano la storia e la cultura. Il cibo diventa così un viaggio gastronomico alla scoperta di una gustosa cucina tradizionale e trasmettendo al consumatore sapori e saperi antichi”.

Albenga in Tavola Gourmet, dopo aver promosso le eccellenze della piana ingauna, prosegue ad allargare la gamma della sua offerta attraverso l’impiego di nuovi prodotti, sempre di altissima qualità ed utilizzati in nuove preparazioni: le Zucche di Rocchetta di Cengio, insieme alla Cipolla egiziana, sono state recentemente selezionate per dare vita ad una sorprendente linea di risotti, torte salate e lasagne. Le materie prime sono fornite da produttori, che lavorano nel pieno rispetto della tradizione, dell’ambiente e della stagionalità. Produttori selezionati direttamente e personalmente da Mauro, dopo una visita alle loro aziende, ascoltato le loro storie e verificato la qualità delle produzioni. L’obiettivo è sempre quello di offrire prodotti di alta qualità e sapori autentici della tradizione culinaria italiana. Una ricerca e sperimentazione che riguarda anche le farine utilizzate per realizzare gli impasti. Il Miscuglio di Aleppo è l’ultimo arrivato in azienda. Si tratta di una farina con caratteristiche diverse rispetto a quelle tradizionali, perché viene ricavata da un grano coltivato senza concimi chimici e pesticidi e ottenuta con macinazione a pietra. Una farina prodotta nella Marche da una rete di piccole aziende agricole, la Cerere Picena, che utilizza una miscela evolutiva di frumento tenero, denominata “Miscuglio di Aleppo” e frutto delle ricerche del prof. Salvatore Ceccarelli. Un tipo di farina che si sta rapidamente diffondendo in un mercato dove cresce il numero dei contadini, che rifiutano la logica di privilegiare la produzione a scapito della qualità, e i consumatori che si orientano sempre di più verso cibi sani e puliti.

Da questa selezione accurata di prodotti agricoli e l’utilizzo di ricette tradizionali nascono piatti autentici e genuini, che rappresentano un eccellente e pregiato “made in Liguria”.

Il Miscuglio di Aleppo

È una farina che proviene da coltivazione di popolazioni evolutive di grano tenero. Comprende 2000 varietà geneticamente differenti, che rappresentano una grande diversità e che si può rilevare facilmente nel campo per la diversa altezza e grandezza delle spighe. Ogni varietà ha la sua caratteristica particolare e questa diversità del miscuglio si oppone concretamente alla standardizzazione delle piante presente oggi in agricoltura.

Proprio questa grande diversità permette infatti di combattere gli allettamenti del grano per le differenze di altezza delle piante, consente di eliminare le infestanti naturalmente senza alcun intervento chimico, e contribuisce a ricostruire la biodiversità del territorio. Il grano prodotto viene macinato rigorosamente con mulino a pietra ottenendo una farina dal profumo intenso e sapore genuino. L’utilizzo di questo miscuglio permette di preparare prodotti unici, dal profumo, che ricorda quello del grano appena raccolto, e dal gusto rustico e casareccio. La presenza inoltre di fibra e di un limitato contenuto di glutine premette di preparare piatti più digeribili e adatti anche a chi mostra intolleranze.

La Zucca di Rocchetta

Recuperata nel 2004 grazie al progetto “salviamo la Zucca di Rocchetta” della Condotta Slow Food Alta Valle Bormida, oggi è riconosciuta con Decreto Ministeriale nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, può vantare la certificazione di iscrizione nel Registro De.Co. del Comune di Cengio e continua ad ottenere importanti attestati di qualità. Dal germoglio del seme alla maturazione impiega 180 giorni e può raggiungere peso di 35/50 kg in condizione di coltivazione in purezza in assenza di prodotti chimici e con il solo stallatico. La dimensione della zucca e la necessità di consumarla in tempi brevi dopo il primo taglio ha favorito la trasformazione in “marmellate” utilizzate per preparare crostate o per la prima colazione.

In cucina l’utilizzo più diffuso è relativo a risotti, ripieni di ravioli, nelle torte e per la preparazione di una crema vellutata. Viene coltivata seguendo un preciso disciplinare che garantisce una coltivazione in purezza e nello stesso tempo garantisce una giusta remunerazione a chi conferisce il prodotto per la trasformazione o per l’uso nella ristorazione. Ogni anno nel mese di ottobre viene festeggiata la raccolta e ad ogni zucca viene rilasciata una carta di identità con l’indicazione del produttore, del peso e del giorno della raccolta.

La Cipolla Egiziana Ligure

È un ibrido nato da un incrocio naturale tra due specie differenti di Allium.  Il nome “egiziana” non è riferito all’Egitto, ma alle popolazioni nomadi, i Gitani, che dall’Asia l’hanno portata in Europa. Essendo un ibrido sterile non produce semi, ma si riproduce attraverso propaguli vegetativi primaverili, i bulbilli aerei. Questo antico bulbo è apprezzato da secoli per il suo valore nutritivo e per le proprietà medicinali derivanti dalla presenza di sali minerali e di una rilevante quantità di vitamine, soprattutto la C. Sono presenti in buona quantità il calcio e il fosforo, ma anche iodio e fluoro. Avendo poi una percentuale di zolfo bassissima è altamente digeribile anche se consumata a crudo. La caratteristica di essere perenne consente la sua presenza in tavola tutto l’anno. La Cipolla Egiziana è stata reintrodotta a Camporosso (IM) dal 2013 grazie all’agricoltore Marco Damele e dal 2015 è entrata a far parte dell’Arca del Gusto di Slow Food.

Claudio Porchia

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