La Zucca di Rocchetta

Fino a pochi anni fa quando si parlava di Cengio l’immagine che veniva riportata alla mente era purtroppo la drammatica storia dell’azienda chimica che qui aveva sede. Pochi credevano di poter riuscire a scrollarsi di dosso questo pesante fardello ed invece, grazie ad un visionario, proprio in questi giorni il comune di Cengio ha sbaragliato la concorrenza nazionale venendo premiato come “Piccolo Comune Amico” nella catergoria Agroalimentare grazie alla Zucca di Rocchetta. “Il Premio” organizzato da  Codacons insieme a Aci, Anci, Enac, Federazione Italiana Tabaccai, Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Touring Club Italiano e Uncem è finalizzato a promuovere lo sviluppo e valorizzare le eccellenze dei comuni italiani con meno di 5.000 abitanti. Il visionario artefice della rinascita della Zucca di Rocchetta è Gianpietro Meinero che nel 2004 ha iniziato ad appassionarsi al progetto.

Fino agli anni ‘50-’70 a Rocchetta di Cengio era assai diffusa la coltivazione di zucche, in particolare quella di una zucca di medio grandi dimensioni utilizzata per minestre e confetture. Fonti orali consegnano testimonianze relative alla probabile origine della coltivazione della zucca a Rocchetta nel primo dopoguerra a seguito dell’arrivo di semi dalla vicina Francia dove in inverno molti contadini e muratori emigravano per lavori edili e rimanendo per le copiose nevicate e gelo senza lavoro in loco. In effetti la zucca Rouge Vif d’Estampes che è una varietà di Cucurbita maxima, di colore rosso-arancio, appiattita, con caratteristici solchi sulla buccia, di origine francese ha caratteri abbastanza vicini alla Zucca di Rocchetta, fatta eccezione del peso e del tempo di maturazione, meno pesante per la prima e più corto per la seconda. La Zucca di Rocchetta, dal germoglio del seme alla maturazione idonea al consumo impiega 180 giorni e può raggiungere un peso di 35/50 kg in condizione di coltivazione in purezza con solo stallatico. Le confetture chiamate comunemente “marmellate” si preparavano per crostate e consumo quotidiano per la prima colazione. Diffusa era anche la preparazione di confetture con aggiunta di cacao. La prassi di preparare confetture era indotta dalla dimensione della zucca e che una volta aperta per il consumo in cucina andava poi smaltita in un periodo non superiore a una settimana dal taglio.

In cucina l’utilizzo più diffuso era relativo alla preparazione di risotti, ripieni di ravioli, nella minestra e per la preparazione di una crema vellutata. Le particolari condizioni climatiche della zona hanno determinato una selezione naturale di una varietà autoctona con caratteristiche non riscontrabili fra le varietà in commercio. Con il passare degli anni, sul finire del secolo scorso, la coltivazione è andata a ridursi sino a rappresentare semplicemente una sorta di hobby per alcune famiglie.  Della esigua produzione del 2004 rimasero solamente 60 semi conservati da due famiglie di Rocchetta di Cengio.

Grazie a Meinero nasce così il progetto “salviamo la Zucca di Rocchetta” della Condotta Slow Food Alta Valle Bormida che da allora organizza ogni anno nella terza domenica di ottobre “Zucca in Piazza”, una rassegna delle migliori zucche e dei prodotti locali. Dalla ormai esigua (40 esemplari) produzione del 2005 sono stati quindi selezionati 850 semi prelevati dalle zucche migliori e distribuiti a 130 soggetti nei comuni di Cengio, Murialdo, Millesimo e Cosseria. Ogni confezione di semi per la produzione 2006, oltre alla lettera di impegno al rispetto del disciplinare, riporta il numero della zucca di provenienza garantendo il monitoraggio produttivo e selettivo. Con la produzione 2006 si sono determinate le condizioni per la costituzione di una Associazione fra Produttori e Trasformatori al fine di garantire la provenienza dei semi e il rispetto del disciplinare per una coltivazione in purezza per favorire, da un lato, la riscoperta della produzione per uso famigliare e dall’altro la garanzia della giusta remunerazione a chi conferisce il prodotto per la trasformazione o per l’uso nella ristorazione.

Un ulteriore passo avanti avviene nel luglio del 2007 quando il Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali pubblica sulla Gazzetta Ufficiale l’accoglimento della richiesta di inserimento della Zucca di Rocchetta nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Nel 2014 la Zucca di Rocchetta sale sull’Arca del Gusto di Slow Food che viaggia per il mondo e raccoglie i prodotti che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta. Un patrimonio straordinario di frutti e verdure di qualità assoluta. Sempre nel 2014 viene riconosciuto il marchio De.Co. La Zucca di Rocchetta. La zucca viene raccolta – come da disciplinare – alla fine di settembre inizio ottobre. Per un uso di qualità in cucina si utilizzano zucche della produzione dell’anno precedente che si conservano anche per 13/18 mesi. Ogni esemplare certificato viene registrato mediante l’apposizione di un adesivo e di un cartellino (con piombino al picciolo) riportante il numero dell’esemplare, il socio produttore e il peso della zucca. Dal 2020 ogni esemplare viene accompagnato anche da una sua carta di identità che ne garantisce la piena tracciabilità. La produzione censita e certificata ogni anno si aggira su non più di 100/120 esemplari, mentre è di difficile quantificazione la produzione libera. Ma la Zucca di Rocchetta non è solo un progetto agroalimentare. Grazie al suo pigmalione è diventato nel tempo il vero simbolo della rinascita di un territorio grazie anche alle iniziative ad essa collegata. La manifestazione “Zucca In Piazza” giunge quest’anno alla XIX edizione e nel corso del tempo è cresciuta diventando il luogo dove vengono accolti e valorizzati tutti i prodotti della Valbormida. Nel frattempo ha preso il via l’iniziativa “Adotta un seme della Zucca di Rocchetta”, patrocinata dalla Coldiretti di Savona e destinata a coinvolgere tutti gli alunni delle scuole primarie del comprensorio mentre Gianpietro Meinero ha portato la “sua” Zucca nelle più importati manifestazioni gastronomiche sparse per la penisola.

Oggi, grazie agli aderenti all’Associazione Produttori e Trasformatori, la Zucca di Rocchetta ha trovato molteplici e interessanti utilizzi in cucina come la preparazione di confetture e mostarde in accompagnamento a formaggi o la creazione di dessert, essicata e candita ad uso pasticceria e confetteria e come base per torte salate, senza dimenticare gli ormai classici risotti o le gustose vellutate.

Per maggiori info: www.lazuccadirocchetta.it

GIANPIETRO MEINERO, IL “CUSTODE” DELLA ZUCCA DI ROCCHETTA

Gianpietro Meinero ha legato la sua vita alla Zucca di Rocchetta tanto che ha dato alle stampe un volume dal titolo emblematico: Volevo salvare il Mondo… ma ho salvato la “Zucca”. Noi lo abbiamo conosciuto nel corso degli anni e vi possiamo testimoniare la passione che lo anima e che va ben oltre un eventuale ritorno economico. Il suo passato nella fabbrica che ha gravemente inquinato la Valbormida è forse una delle motivazioni nella sua missione di rinascita della zucca e del territorio. E ora si sta impegnando anche nella riscoperta del Moco, un antico legume coltivato nella Valbormida che è appena stato nominato Presidio Slow Food.

L’ITINERARIO DELLA ZUCCA

L’Associazione Produttori e Trasformatori della Zucca di Rocchetta nasce nel 2007 e tra i primi aderenti figura Le Bontà del Belvedere di Altare. Nel laboratorio a conduzione familiare vengono realizzate marmellate e confetture con diversi abbinamenti di frutta, dai più classici ai più audaci, capaci di rendere speciale ogni colazione e di sorprendere con abbinamenti tra dolce e salato. Per quanto riguarda la zucca, sposando il progetto di Gianpietro Meinero, il titolare Davide Rizzolo, ha così cominciato le sperimentazioni. Dopo la Confettura di Zucca ha quindi elaborato la ricetta in agrodolce per l’abbinamento con la carne di maiale e la Mostarda di Zucca perfetta per essere gustata sui nostri formaggi locali. Inoltre vengono proposte marmellate e confetture per tutti i gusti. Uno dei fiori all’occhiello sono le gelatine di vino rosso e bianco create utilizzando sia vini liguri come Pigato, Vermentino, Rossese sia del vicino piemonte come Brachetto, Moscato e Nebbiolo che forniscono un tocco in più ad ogni piatto. La produzione comprende anche la tradizionale pasticceria secca ligure con Canestrelli e Baci di Dama che vengono realizzati con la farina di castagne essiccate nei tecci della Valbormida e con la nocciola tonda e gentile di Langa. Dal 2020 entra in azienda la nuova generazione, la figlia Anita. E proprio con questo nome viene battezzato l’ultimo nato: i Succhi Anita. Realizzati in bottigliette di vetro da 200 ml e da 720 ml, il nettare di frutta contiene ottima frutta lavorata con la professionalità e l’amore con cui vengono realizzati tutti i prodotti Bontà del Belvedere. Può essere gustato in diversi gusti: albicocca, pesca, pere, mirtilli e ananas. Anita, nelle sue varie declinazioni, viene realizzato con il 70% di frutta, acqua e zucchero. I prodotti de le Bontà del Belvedere possono essere acquistati ad Altare presso la caffetteria di Famiglia, il bar Franca al centro del borgo sulla strada principale dove la moglie di Davide, Arianna, saprà consigliarvi al meglio sui migliori abbinamenti con carne e formaggi. Le Bontà del Belvedere le trovate anche nelle migliori botteghe gourmet della liguria e sull’E-shop dell’azienda che assicura le consegne direttamente a casa vostra. Per maggiori info: www.bontadelbelvedere.it – Tel. 0192041129

Anche l’Azienda Agricola Biologica S. Anna di Cairo Montenotte certificata BIOAGRICERT fa parte dell’associazione produttori. Nata nel 2016 da un progetto di Alessandra Costa è specializzata nella produzione ortofrutticola e nella trasformazione delle materie prime in conserve. Oltre alla Zucca di Rocchetta  vengono coltivate frutta e verdura di stagione, attentamente selezionate come i pomodori Cuore di Bue e San Marzano, zucchine, melanzane,  peperoncini tondi e altre verdure. All’interno dell’azienda si trova il laboratorio di trasformazione e confezionamento dal quale fuoriescono numerosi prodotti dal gusto unico: salse di pomodoro, ketchup, peperoncini ripieni, confetture, composte e marmellate di frutta e verdure, adatte a numerosi abbinamenti, dalle più classiche alle più originali, ricche di sapore e senza conservanti aggiunti. Per quanto riguarda la Zucca di Rocchetta viene presentata una confettura classica e innovativi accostamenti con  zenzero, peperoncino, pompelmo e arance amare. La produzione è molto variegata e vengono utilizzati anche i chinotti di Savona, le arance pernambuco e proposti accostamenti inediti come la composta di pesche, amaretto e cioccolato. Le zone di coltivazione si trovano a Cairo Montenotte: l’orto è a poche decine di metri dal convento francescano e sulle colline cairesi l’ultima sfida portata avanti è quella di impiantare la coltivazione di piante officinali sperimentando con lavanda, timo, salvia, rosmarino, maggiorana, calendula, erba di S. Giovanni ed altre piante officinali. Recentemente la Sant’Anna è entrata anche nell’Associazione Lavanda Riviera dei Fiori costituita allo scopo di favorire lo sviluppo e la promozione della Lavanda Ligure. È partita quindi la produzione di olii essenziali completamente naturali e nuove preparazioni culinarie per composte e marmellate che uniscono ai prodotti del territorio i sapori delle erbe liguri. Un altro sito di coltivazione si trova a Ferrania, dove si coltivano Moco, mirtilli, more e piccoli frutti. La filosofia aziendale è riassunta nei pensieri di S. Francesco, più che mai attuali: “L’amore per madre Terra, che ci nutre e si prende cura degli uomini, con i suoi frutti e le sue erbe”. Per maggiori info:
www.aziendasanna.it tel.
+39 328 8588103.

L’ultima entrata nell’Associazione della Zucca di Rocchetta è AlbengaInTavola…Gourmet che propone una torta salata e risotti alla zucca. Ma questa è solo l’ultima proposta della dinamica azienda di Ceriale nel cui catalogo i prodotti tipici liguri sono i fiori all’occhiello. Sul sito percheno.it trovate la torta alla Zucchina Trombetta, quella all’Asparago Violetto e al Carciofo Spinoso tutti prodotti nella vicina piana inguana. “La Liguria è una terra ricca di profumi e sapori affascinanti – spiega Mauro Sandri – un territorio unico, ricco di storia e di tradizioni gastronomiche, che alterna grandi città a piccoli borghi. Per raccontare questo territorio abbiamo deciso di puntare sulle piccole produzioni locali, espressioni autentiche di tradizioni centenarie, ma anche di innovazione”. Un’azienda nata con una particolare attenzione al rispetto della tradizione, ma anche con una straordinaria capacità di interpretare le nuove esigenze del mercato. In pochi anni è diventata uno dei primi produttori italiani di Hummus di ceci, grazie ad una ricetta originale, 100% vegana, che si è ritagliata uno spazio significativo in un mercato che è sempre più attento alla sostenibilità ambientale e che tende a privilegiare il consumo di proteine di origine vegetale. Per la produzione e commercializzazione di questo prodotto è stato creato il marchio “Perchè No?!”, presente oggi presso le più importanti catene di distribuzione nazionali. Per maggiori info: www.albengaintavola.it.

Infine se passate per la Valbormida e volete assaggiare le composte o le chips di zucca essiccata vi consigliamo una tappa presso la Bottega del Sapori di Millesimo. Una vera e propria boutique del gusto dove la titolare, Paola Riolfo, vi accompagnerà alla scoperta dei sapori della vallata a cominciare dalla Zucca di Rocchetta fino al prestigioso Tartufo di cui Millesimo ospiterà la Festa Nazionale ai primi di ottobre. Paola, figlia del tartufaio Gino, da cui ha ereditato la passione e la conoscenza del prodotto e il suo staff, sono a disposizione per introdurvi nello splendido mondo di questo pregiato fungo ipogeo. In Bottega trovate secondo il calendario di raccolta regionale, i pregiati tartufi bianchi e neri, compatibilmente con l’andamento dell’annata e delle mille varianti che ne influiscono la raccolta.  Inoltre è presente una fornitissima enoteca dove hanno un posto di rilievo le bottiglie di Roccavinealis, la cantina della vicina Roccavignale, unica in Valbormida ad avere impiantato, da pochi anni, vitigni di Granaccia. (Piazza Italia 58, Millesimo Tel. 3381931806).

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