Foodbloggers, vi presento Genova!

 

by Luisa Puppo

Come ben sa chi legge Liguria Food, il patrimonio enogastronomico è un eccellente narratore dei luoghi e aiuta a comprenderne ed esplorarne storia, cultura e tradizioni… Questo spiega la popolarità e la crescita esponenziale del turismo food&wine – si pensi ai numeri da record del turismo autunnale nelle Langhe (patrimonio UNESCO), anche dagli USA. 

Gastronauti, foodtrotter, foodies… tante definizioni, importanti tratti in comune – per chi voglia approfondire, U. Curti, Libro bianco del turismo esperienziale e food&crafts. Prospettive (in Liguria) per territori, cultura, imprese, ed. Sabatelli, Savona, 2018 -: alfabetizzazione in senso organolettico, sensibilità al passaparola, predisposizione alla recensione, esplorazione attenta del terroir, medio-alta disponibilità alla spesa, fascia d’età ormai “allargata” agli esponenti della Generazione Z (nati a cavallo del nuovo secolo). E, soprattutto, una forte domanda di esperienzialità, autenticità e novità. Una questione di “personalità”, poiché spetta al terroir differenziare e promuovere l’identità locale tenendo conto della natura e del patrimonio: ambiente, paesaggio, storia, cultura, tradizioni, gastronomia. 

Tutti elementi da considerare quando si progettano non solo prodotti turistici a tema, dagli itinerari alle cosiddette food experience, ma anche le attività rivolte ai professionisti del settore – tour operator, giornalisti foodblogger – ai quali proporre il territorio e le sue eccellenze. Per chi fa il lavoro mio e di Umberto Curti, pane (anzi… focaccia) quotidiano.

Il “caso” Genova

La Liguria, nota nei paesi anglofoni come Italian Riviera, non è “solo” un’icona del turismo italiano. È una delle culle della dieta mediterranea, ovvero vanta una sorprendente biodiversità naturale, e culturale. Una varietà e una ricchezza talora spiazzanti agli occhi dell’ospite straniero, anche (soprattutto) per quanto riguarda Genova. Conosciuta all’estero principalmente come città portuale e patria di Cristoforo Colombo, è stata alcuni anni fa definita su Newsweek, dalla scrittrice statunitense Frances Mayes, come una “magnifica città di contrasti”, dove chiese maestose e minuscoli vicoli coesistono fianco a fianco, dove “i mercanti dei mari vivevano come re e regine”. Un ottimo passo avanti rispetto a quanto – sconsolatamente – leggo dal tempo dei miei lontani esordi. Già, perché l’aggettivo ricorrente accanto al nome della mia città negli articoli della stampa anglosassone era ed è (tuttora) underrated – sottovalutata. Un duro colpo all’orgoglio cittadino, uno sprone professionale a “fare di più e meglio”.

Le occasioni sono tante. Con il (parziale) ritorno alla normalità dopo questi due anni problematici non è ripreso solo il turismo, ma anche le attività istituzionali di promozione verso i professionisti del settore. Non solo: la Liguria è tra le protagoniste della nuova stagione della fortunata serie televisiva “Searching for Italy”, prodotta dalla CNN e condotta dall’attore Stanley Tucci – la puntata dedicata alla nostra regione (Genova, Portofino, Cinque Terre, imperiese…) è programmata negli USA per la fine di ottobre. Un eccellente assist – infatti dopo la puntata su Roma è cresciuta a livello nazionale, guarda caso, la richiesta per cooking classes dedicate alla pasta alla carbonara.

Come presentare agli operatori del travel e ai media questo crocevia mediterraneo di storia, commerci, rotte, culture e cibo? Come rappresentare il genius loci (lo spirito del luogo) di Genova? Personalmente continuo a pensare che il detto altomedievale Ianuensis, ergo mercator (genovese, quindi mercante) potrebbe rimanere un ottimo slogan di marketing.

Tra le numerose attività di press tour ed educational che progettato e svolgo da anni, ce n’è una che mi ha dato molta soddisfazione, anche perché riguarda due miei colleghi della World Food Travel Association (WFTA), l’associazione mondiale turismo gastronomico (tra le righe, è nata negli Stati Uniti…). Ho conosciuto gli americani Amber ed Eric in Spagna alcuni anni fa, in occasione di un convegno dell’associazione in cui eravamo Relatori. Amber Siobhaun Hoffman è una online media consultant e appassionata foodblogger che lavora con il marito Eric Hoffman. Sono i creatori di vari siti internet, tra i quali Food & Drink Destinations .  

Qualche tempo dopo il convegno mi hanno contattato per un consiglio su dove trascorrere alcuni giorni in Italia prima di raggiungere Pisa per il volo di ritorno. L’Ambasciatrice di Genova che è in me da sempre (e dal 2018…in maniera “ufficiale”!) li ha prontamente dirottati su Genova, città che nessuno dei due aveva mai visitato. Nel bell’articolo che hanno dedicato al loro soggiorno, Amber ha poi scritto “Conoscevo Genova per il pesto e per il fatto che fosse una città portuale. Genova non è mai stata nella mia “Italy travel list”… Una città portuale, niente di più. Non molto attraente. Solo una città di passaggio. Non potevo essere più in errore”.

La richiesta dei miei colleghi è stata molto specifica: guidaci in un educational food tour, forniscici spunti e consigli per le nostre esplorazioni in autonomia. Ligucibario® ha raccolto la sfida, e – ovviamente dopo essermi confrontata con Umberto Curti – ho progettato una vera e propria “Genoa experience” per i miei colleghi. 

Focaccia, una Genoa food experience

Il dettaglio del soggiorno di Amber ed Eric il lettore di LiguriaFood lo trova qui: Genoa Food Guide – The Best Ligurian Food To Eat In Genoa Italy. Come punto di partenza per la scoperta della città ho scelto (come sempre) i suoi mercati e le sue botteghe – vita, merci, colori, profumi, storia e storie sono un’ottima occasione per assaporare il vero “spirito del luogo”. Dal Mercato Orientale ai negozi del centro storico. Un focus sui prodotti DOP regionali e su come riconoscerli (occhio al contrassegno), un approfondimento sui dolci della tradizione e su gelato e semifreddo, infine una master class sulla focaccia genovese, che ha suscitato l’entusiasmo degli ospiti per la sua dimensione esperienziale: “La cosa migliore da mangiare a Genova è la focaccia appena sfornata! È il finger food italiano per eccellenza, a Genova vi ritroverete a mangiare focaccia più volte al giorno”. Grande apprezzamento anche per i consigli su come va mangiata: “Abbiamo appreso da Luisa, una genovese DOC, due importanti dritte su come degustare la vera focaccia. Innanzitutto, la focaccia è spesso un po’ unta a causa dell’olio d’oliva. Quindi, tenetela con un tovagliolo per non sporcarvi le dita. In secondo luogo, appoggiate la parte superiore della focaccia sulla lingua per sentire tutto il sapore del sale” (regola n.1 della comunicazione interculturale: mai dare nulla per scontato, compreso il fatto che la focaccia è unta…). Esperienzialità, autenticità e novità in un sol boccone: tra i consigli di visita (anzi, di esplorazione), il più gradito ha riguardato il rito della colazione genovese: focaccia e cappuccino (una volta caffelatte), The Most Surprising Thing To Eat In Genoa. “E non stupitevi di vedere gli abitanti del luogo intingere la loro focaccia mattutina in un cappuccino. Abbiamo provato a farlo e ci è piaciuto immensamente. Il sale della focaccia nel latte del cappuccino è qualcosa di speciale. Provate”. Torte salate, pasta, salse, sughi, cima li hanno “scoperti” in autonomia, ma mi sento fieramente responsabile del loro innamoramento per la focaccia. 

Per la cronaca, ho appena rilanciato con la promessa di una degustazione di “Focaccia di San Giorgio” (cui Liguria Food ha dedicato l’ultima copertina) la prossima volta che mi verranno a trovare!

 

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