Caramelle: dolce Liguria tra saudade e presente…

Dal punto di vista famigliare, il mio primo ricordo circa le caramelle rievoca mia mamma, che mi scruta come sempre un po’ inquieta e grida “rompi quella ciapeletta!”, temendo che potesse scivolarmi intera di traverso…

Noi, si sa, chiamiamo ciapelette/ciapellette le caramelle, ma pare che ciapelette fossero anche le acconciature formate da ciocchette inanellate a mano e rinvoltate in pezzetti di carta, poi stretti fra le stiacce… Viceversa, dal punto di vista storico, le caramelle propongono una diacronia di cui è arduo seguire percorsi e trame… Anzitutto, tante ciapelette si vendevano sfuse. Biscotti, cacao e dolcetti raggiungevano i negozi in capaci scatole di latta “vuoto a rendere”; esaurita la dotazione erano riportate dagli agenti di commercio in fabbrica, lavate e ricolmate.

Potevano durare anche qualche anno e ammortizzare così i forti costi iniziali. Ma dagli anni ’20 del ‘900 ecco dall’Inghilterra la moda dei giocattoli come contenitori di leccornie, e celebrità quali “Huntley & Palmers”, “Jacob” e “Crawford” proponevano in catalogo dozzine di seduzioni: diligenze, natanti, circhi, mulini, orologi a pendolo… Nel nostro Paese le vetturine “golose” risultano circa una quindicina, fra cui il camion Fiat 18 di “Cardini” di Omegna proprio per “Elah”, dove il vano di carico odorava di biscotti. E chi ami il vintage, sa che “Cardini” in 9 anni di attività realizzò solo 13 giocattoli, ambitissimi dai collezionisti…

Quella che nel frattempo traspare è una società un po’ più agiata, un’ascesa della borghesia cui le aziende si volgono con prodotti al limite dell’edonistico, reclamizzati quindi come “digestivi e supernutritivi” o a misura di bimbo…

La Liguria, come per il cioccolato ed il caffè, sciorina storie di imprese e sapori che da ponente a levante la punteggiarono di tradizioni e botteghe, ma viaggiarono persino in direzione di Walt Disney, Festival di Sanremo, Carosello…

Pumeletti alle viole, tavolette danesi, caramelle frizzanti, tripolini (omaggio a vittorie fasciste), ginevrine e ginevroni, confetti, pescetti di liquerizia, anicini…, microcosmi di ieri, a rischio estinzione? Certo, alcune mete del desiderio sono purtroppo cessate o si sono trasferite, da “Aschieri” in via Pia a “Peirone” in via Boselli, in Savona, da “Preti” in piazza Portello a “Confetteria Lucia” (del signor Cannella, nomen omen) in Largo della Zecca, in Genova, da “Pompeo Lombardi” in piazza Carlo Alberto, in Chiavari…

Le “benefiche” caramelle al miele di “Aschieri” si diffusero a fine ‘800, quando il confettiere Francesco Aschiero le ideò con un parente farmacista. Nato a Savona nel 1855 da una coppia di ortolani, Francesco aveva sposato 28enne la 17enne Anna Aschiero, e viveva in via Quarda Superiore 13. La drogheria “coniugale” sorgeva originariamente in via Pia 8 (nel 1931 il podestà la rinominò via Mistrangelo), in una casa, oggi sostituita da un moderno edificio con porticato fronte Poste, a fianco, da una parte, di via S. Maria Giuseppa Rossello e, dall’altra, della vecchia Commenda gerosolimitana di San Giovanni, la “chiesa dei poveri”, anch’essa demolita (1962); le caramelle profumavano il piano superiore.

“Peirone” aprì negli anni ’60 del ‘900, i fans ricordano la porta automatica, il cioccolato svizzero, l’angolo del miele…

Dall’utilissimo Lunario zeneize dö sciö Reginn-a del 1890 intuiamo come da “Preti” (“la prima e la più grande fabbrica in caramelle a macchina”) grandi e piccini si disputassero caramelle d’Egitto, di genziana uso Torino, di Portogallo, di mandarino di Spagna, nuaset (nocciola)…

Ma, forse s’interroga il Lettore, perché nacquero le caramelle? Perché attraverso i secoli s’impose un ramo della confetteria che “fabbricava” ampie gamme di specialità con lo zucchero: zuccheri cotti, caramelle, praline, torroni, pastiglie, fondants e vari bonbons. I laboratori prosperarono e nell’800, e primo ‘900, Genova stessa ne trasse lustro. E’ del 1872 (non 1876, come erroneamente altrove) l’apertura della grande raffineria “Ligure Lombarda” a Sampierdarena, e via via sorsero valide compagini. Nel 1909 in un piccolo laboratorio a Pegli la “Elah”, il cui nome rimanda all’aramaico o all’ebraico, avviata dal francese François Ferdinando Molié e vocata a budini, a cubici mou – o toffee morbide che dir si voglia – la cui produzione salì da 80 a 1.000 al minuto, e dal 1924, prima in Italia, ai chewing-gum, tanto da impiegare 700 lavoratori (è di Molié anche il riuscito logo della donna in costume antico intenta a servire un dolce). Nel 1926 a Cornigliano la “Dufour”*, che col marchio originario di “San Giacomo” si specializzava in pastiglie di liquerizia con succo estratto in un’altra fabbrica di famiglia (la caramella “Faccetta nera” campeggia su manifesti del futurista veronese Luciano Bonacini, un’africana di colore con spartito musicale per sfondo). Era già attiva dal 1840 a Sestri Levante la fabbrica di biscotti dolci e torroneria dei Rossignotti. E in Genova poi aprirono in salita delle Fieschine la “Horvath” con confetteria di ispirazione ungherese, soprattutto zuccherini e fondant, dove lavorò quel Mario Profumo che rilevò “Villa – droghe e coloniali” in via del Portello (“Horvath” pertiene oggi alla galassia “Lindt”); la “Galenia” (da un ramo “Dufour”) in via Donato Somma a Nervi, celebre per squisiti pastillages e visitata da Mussolini stesso; la “Silca caramelle” di Gerolamo Pittaluga, in San Quirico (val Polcevera)…

Per chi svolga il mio mestiere, tuttavia, è forse “Dufour” la vicenda più emblematica per quanto attenga a caramelle made in Genoa/Liguria… L’archivio superstite, a seguito di ben note vicende, è transitato dal Tribunale di Genova all’Archivio Ansaldo nel 1998. Non è questa la sede per una “biografia”**, ma si tratta di circa 1.500 documenti di varia natura – dai primi del ‘900 a tutti gli anni ’80 – che catturano i ricercatori. E Maria Dufour stessa, docente di storia e filosofia, ha ripercorso con oculata nostalgia l’intrecciarsi di sperimentazioni aziendali e investimenti, il fare “artigiano”, quel capitalismo ancora famigliare che cifrava Genova e le periferie.

Nel testamento spirituale (1963), Alfonso Dufour non a caso esorta: «Ricordatevi che essere a capo di industria è una responsabilità grave, specialmente nei confronti di quanti altri (…) in qualunque modo collaborano e da esse traggono i mezzi per la loro vita e per quella delle loro famiglie. Per fare andar bene un’impresa sono necessari i mezzi, l’intelligenza e l’entusiasmo, ma più di tutto sono indispensabili l’onestà, la prudenza e lo spirito di sacrificio».

Oggi un mio tour del gusto – fra produttori e rivendite – toccherebbe, ma senz’alcuna pretesa di completezza, “Fassi” a Chiusanico, “Balzola” ad Alassio, “Massone” a Calizzano, l’apiario benedettino di Finalpia, “La bottega del caffè” a Millesimo, “Besio 1860” a Savona, “Ernesto Giordano” a Varazze, “Lavagetti” a Sestri Ponente (la splendida eucalyptus fu ideata da un erborista nel 1933 a Sampierdarena), “Caffè Maggiora” e “Enoteca Squillari” a Sampierdarena, “Golden Melius” a Rivarolo, “Romanengo 1780”, “F.lli Armanino”, “Antica drogheria di Canneto”, “Cioccolateria storica Romeo Viganotti” e “L’aromatica” a Genova, “Antica drogheria Seghezzo” a Santa Margherita, “Bocchia Caffè” a Rapallo, “Drogheria Stoppani&Peer 1885” a La Spezia, “Gemmi” a Sarzana… Ed attendo, beninteso, suggerimenti.

*vicenda che in realtà “origina” dal 1829, con la raffineria creata da Lorenzo II a Sampierdarena… La produzione si fregiò del giglio di Francia ottenuto da Louis XVIII nel 1814. “Dufour”, come evidenziato anche dal marketing e packaging, nel 1975 acquisì “Elah”. Nel 1982 Flavio Repetto, imprenditore alimentare, acquisisce dal Tribunale di Genova i due marchi, e lo stabilimento di Pegli. Col figlio Guido assume gran parte dei 300 dipendenti e rivitalizza i marchi. Nel 1985 acquisisce “Novi” (fondata nel 1903 e poi rafforzata da Giacomo Rossignotti, che mancò 87enne nel 1980), nel 1990 il “Biscottificio di Sassello”, e nel 1999 entra nel capitale di “Baratti&Milano”, mitico brand torinese…

**ma caldeggio la voce “Dufour” sul Dizionario biografico degli italiani – Treccani

Umberto Curti

L’Antica Cioccolateria Romeo Viganotti

Uno dei luoghi dove trovare le Ciapelette (ma non solo) a Genova è presso l’Antica Cioccolateria Romeo Viganotti. La Bottega Storica di vico dei Castagna 14r a pochi passi da Piazza De Ferrari, è una tappa imperdibile per chi cerca l’atmosfera dell’antica Zena. Spesso dovrete attendere alcuni minuti per far smaltire la coda, come fanno tutti i genovesi, ma ne vale la pena. Nata nel 1866 dalla famiglia Romeo Viganotti, portata avanti da Roberto Pastorino, dal 1999 la Famiglia Boccardo ha rilevato il testimone preservando le antiche ricette di fine ‘800. Entrando vi sembrerà di tornare indietro nel tempo con il piccolo bancone dove, sotto il piano di vetro, fanno bella mostra delle vere e proprie opere d’arte: tavolette, cioccolatini, pasta di mandorle, e naturalmente le caramelle: ginevrine, ginevroni, gocce di rosolio (o gocce della Regina)… Sbirciando dietro la tendina che divide la parte vendita dal laboratorio potrete ammirare gli antichi macchinari ancora utilizzati per la produzione. Oggi sono oltre 150 le tipologie tra cioccolatini e caramelle in catalogo e molti li potete acquistare direttamente online sul fornitissimo sito aziendale. Con l’ingresso in azienda di Eugenio Boccardo, ultima generazione, l’attività si è ulteriormente ampliata. A pochi passi dalla storica Fabbrica di Cioccolato, in Salita del Prione 10r, in un locale accogliente e elegante, si trova la Caffetteria Pasticceria Viganotti, dove è possibile degustare pregiati caffè di propria torrefazione da accompagnare con torte, dolci e pasticcini e dal 2014, proprio a fianco della pasticceria ha aperto, in un locale del XIII secolo la Gelateria Viganotti. Ai gusti classici, a cominciare dalle declinazioni del cioccolato, si affiancano sapori insoliti per palati curiosi. I gelati al formaggio sono diventati tra i più richiesti dalla clientela e il gorgonzola e noci vi lascerà piacevolmente stupiti. Viganotti offre un’opportunità unica offrendo visite guidate al laboratorio. Come Willy Wonka Alessandro Boccardo vi accompagnerà a scoprire i segreti della produzione artigianale delle caramelle e del cioccolato in un percorso di un’ora pensato per adulti e bambini. I primi alle prese con una scheda di degustazione, per imparare tutti i trucchi dell’assaggio. I più piccoli con pestello e mortaio, per imparare come nasce il cioccolato. Per maggiori info: www.romeoviganotti.com – Vico dei Castagna 14 R – 16123 Genova (GE) – Tel. 010.25.14.061

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