La Tonnarella di Camogli

di Sergio Rossi

La tonnara è un elemento imprescindibile di Camogli, come Castel Dragone, il porticciolo, la murata colorata delle case o lo specchio acqueo davanti al borgo nel quale ogni anno viene calata. Protetto a levante dal Monte di Portofino, il golfo descrive un arco perfetto che dal molo porta fino a Punta Chiappa, la propaggine estrema verso il mare aperto. In questo luogo unico, da molti secoli i pescatori calano la tonnara, per catturare i pesci in migrazione che costeggiano il litorale. In passato impianti come questo erano sparsi lungo tutta la costa ligure, ma da oltre un secolo la tonnara di Camogli è rimasta l’unica ancora attiva. E se in paese tutti hanno sempre definito così l’impianto di Punta Chiappa, tecnicamente il termine corretto sarebbe tonnarella, cioè un “ordigno” – come dicevano in passato – più semplice e di dimensioni contenute, che sfrutta lo stesso principio di pesca della tonnara ma seguendo una prassi un po’ differente. Nella tonnara si pescano solo tonni, interrompendone la “corsa” e indirizzandoli verso una serie di recinti subacquei comunicanti (fino a 8 o 9), chiamati camere, sfocianti nella cosiddetta camera della morte. Quest’ultima viene sollevata in superficie se e quando contiene un numero rilevante di tonni, di solito a intervalli di alcuni giorni. Nella tonnarella, invece, le cosiddette camere sono solo due e le levate, cioè i sollevamenti della rete finale ove i pesci rimangono intrappolati, si eseguono tre volte al giorno; non si pescano tonni ma altre specie pelagiche come palamite, ricciole, tombarelli, lanzardi, lampughe, sugarelli, occhiate ecc.

Il sollevamento della camera finale, definita lea, si fa a mano e procede fra la barca su cui si trovano i pescatori, la poltrona, e l’asino, una seconda imbarcazione, più piccola, che fissa la rete dal lato opposto. Ristretto al minimo lo spazio fra le due imbarcazioni, la rete affiora e i pesci, recuperati con grossi retini a mano, vengono sistemati sull’asino e condotti in porto per la vendita locale e regionale o per la spedizione altrove. Infine, una differenza nella durata della pesca: le tonnare pescano solo per poche settimane, mentre la tonnarella è attiva da aprile a settembre.

Detto così sembra tutto molto semplice, ma nella realtà si tratta di una tecnica affinata nei secoli e padroneggiata solo da pochi pescatori esperti, capaci di valutare le innumerevoli variabili che condizionano questa singolare attività di pesca.

Da tempo immemorabile, gli uomini di mare hanno capito che certe specie di pesci compiono le loro migrazioni stagionali seguendo rotte piuttosto consuete. Per assicurarsi queste preziose risorse alimentari, nei secoli è stata perfezionata la tecnica delle tonnare. Questo metodo di pesca e fra i pochi che oggi possano definirsi sostenibili, poiché intercetta solo il pesce che transita in quel punto, imprigiona esclusivamente esemplari sopra una certa taglia, grazie alle maglie larghe della rete, non prevede catture accidentali, poiché i pesci vengono imbarcati vivi e dunque è possibile liberare le specie non pescabili, e con il fermo pesca stagionale, imposto nelle vicinanze dell’impianto, contribuisce a ripopolare l’area in cui opera la tonnara. Inoltre, la totale sostenibilità si completa con la biodegradabilità delle strutture di pesca, ovvero i cavi e le reti. Ogni anno, infatti, i pescatori più esperti intrecciano le cime e cuciono le reti usando la fibra di cocco, in modo che a fine stagione sia possibile liberare la struttura sul fondo del mare salpando solo la lea, l’unica rete in fibra di nylon. Peraltro, la tonnarella è calata in un tratto di mare compreso nell’Area Marina protetta di Portofino, ciò che dimostra ulteriormente la perfetta coerenza del metodo di pesca con le finalità di tutela e conservazione dell’Ente.

La tonnarella di Camogli non è solo un impianto di pesca stagionale, ma un vero e proprio patrimonio culturale tramandato da secoli fra le famiglie di pescatori: un insieme di conoscenze, consuetudini e pratiche, continuamente affinato ed evoluto secondo le necessità contingenti ma sempre basato sui medesimi principi di rispetto del mare e delle sue creature. L’elemento fondamentale che ha mantenuto in vita la tonnarella è l’economia, cioè la capacità dei pescatori di ricavarne sostentamento nonostante i notevoli costi di allestimento e conduzione. Da diversi decenni la gestione della tonnarella è in mano alla Cooperativa Pescatori di Camogli, una realtà consolidata formata da una trentina si soci, con altrettante barche, e una decina di dipendenti. La Cooperativa si occupa di tutto il ciclo di pesca della tonnarella, dalla preparazione delle reti, fino alla commercializzazione del pescato a ristoranti e punti vendita selezionati. Questo complesso insieme di pratiche tradizionali e virtuose, ha richiamato l’attenzione di Slow Food che ha voluto inserire la tonnarella di Camogli fra i cosiddetti Presìdi. Che cosa vuol dire? A questa categoria appartengono prodotti agricoli, artigianali, razze animali o pratiche virtuose che per la loro natura eccezionale meritano un’attenzione particolare. Lo scopo attribuito da Slow Food allo strumento dei Presìdi, è cercare di proteggere e valorizzare il prodotto, la razza o la pratica in oggetto, al fine di facilitarne la sopravvivenza e, possibilmente, la diffusione e la conoscenza. In pratica, un’attestazione di sostenibilità da parte di un’associazione internazionale con trent’anni di attività e una notevole credibilità, e, di conseguenza, un forte richiamo di visibilità sia commerciale, sia culturale, per una pratica virtuosa che crea economia pulita, basata su un metodo di pesca perfettamente sostenibile. Peraltro, proprio l’unicità della tonnarella, lo straordinario contesto in cui opera e il carattere virtuoso dell’attività di pesca che vi si conduce, costituiscono da anni un forte richiamo turistico. Un sempre crescente numero di visitatori desidera assistere all’attività di pesca in diretta, ciò che è reso possibile anche dalla collaborazione con la cooperativa Ziguele che organizza e cura le visite guidate alla tonnarella durante la pesca.

La Tonnara di Camogli

  • Periodo di pesca: fra aprile e settembre
  • Tipo di catture: palamite, ricciole, tombarelli, lanzardi, lampughe, sugarelli, occhiate ecc.
  • Gestione e vendita del pesce: Cooperativa Pescatori di Camogli, 0185 772513
  • Visite guidate: cooperativa Ziguele, www.ziguele.it
  • Referente dei produttori del Presidio: Mario Mortola, 0185 772600
  • Responsabile Slow Food del Presidio: Stefano Angelini, 010 2345257

Slow Food

Associazione internazionale no profit fondata da Carlo Petrini nel 1986.  Si occupa di tutela e diffusione del cibo “buono, pulito e giusto”.

I numeri di Slow Food

  • 1500 Condotte (sedi locali) nel mondo, 320 in Italia.
  • Oltre 100.000 soci distribuiti in 130 Paesi del mondo.
  • 516 Presìdi nel mondo, 250 in Italia.
  • In Liguria: 8 Condotte, 14 Presìdi, 9 Comunità del Cibo.

Attenzione

Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2017 la Tonnarella di Camogli ha subito un grave danneggiamento da parte di un natante non identificato che è entrato nell’impianto distruggendo per intero le reti in fibra di cocco biodegradabili che da sempre la caratterizzano. Al momento la Cooperativa Pescatori di Camogli si sta adoperando per trovare finanziamenti per il ripristino della Tonnarella che comunque non è previsto prima del 2018. La pubblicazione di questo articolo, preventivato prima dell’accaduto, è anche per sensibilizzare e ricordare un’eccellenza del nostro territorio che non deve essere perduta. Per informazioni sullo stato della Tonnarella contattare Cooperativa Ziguele 335.7250754.

Articolo di Sergio Rossi.

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