Rapallo, bella e con l’anima

Cantava Achille Togliani su testi di Totò, che affettuosamente alluse a Rapallo in diversi film e sketch: “E’ una festa di coloriquando vien la primaveraa Rapallo tutti i fiorisai mi parlano di te”…

“Camminare le osterie”, suggerisce il mai troppo rimpianto Gino Veronelli a chi volesse autenticamente comprendere l’Italia. E a me piace, Amico Lettore, “incamminarti” attraverso la Liguria per comprenderne il genius loci enogastronomico (spero che anche la mia compagnia ti sia gradita). 234 Comuni ti aspettano, il levante e il ponente, la costa blu e l’entroterra green, le città e il “contado”, ed in ciascun luogo un forziere di storie da raccontarti, dato che la storia si compone di storie. Ma quando Dario Sabatelli mi ha affidato Rapallo avrei voluto (dovuto?) “esigere” l’intera foliazione del nuovo bimestrale in stampa, tante e tali sono le ricchezze, e le vocazioni, di questo cuore di Tigullio…

Il castello, i musei, il monastero di Valle Christi, la funivia al santuario di Montallegro, i 45 ettari dell’impianto del golf, il calendario eventi fra cui il celeberrimo spettacolo pirotecnico, i lungomari di palme e aiuole (perfetti per gli honeymooners e gli innamorati d’ogni età), ogni giorno dell’anno – anche grazie al clima – può sciorinarti un virtuoso pretesto per scoprire, o riscoprire, la località, beninteso passeggiando anzitutto per i carruggi del centro storico ed il lungomare Vittorio Veneto, fra “mura” difensive, capitelli dipinti, trompe-l’oeil, enoteche e golosissime soste, sino al torrente Boate che inizia a “delimitare” la località verso il porticciolo e ponente (come il San Francesco la “delimita” a levante).

Che dirti dunque di lei, città charmante, 30mila abitanti, dimore patrizie ovunque, luogo per natura “cinematografico” (“La contessa scalza”, “Racconti d’estate”…), e che non a caso fu via via caro ad intellettuali e creativi lontanissimi tra loro, il filosofo Nietzsche, i musicisti Liszt e Sibelius, il romanziere Maupassant, e poi Pound, Hemingway…?

Anzitutto, e non è poco in un tempo che davvero, per sopravvivere, inizia ad interrogarsi circa le urgenze della sostenibilità ambientale, a Rapallo giungi agevolmente sia in auto (casello autostradale) che in treno (stazione in pieno centro). La stazione, dove il primo breve convoglio transitò il 31 ottobre 1868, giovò specificamente agli esordi turistici, e ben presto neonati hotel di lusso accolsero facoltosa clientela straniera.

Il castello cinquecentesco tuffato nel mare da un promontorio di rocce, monumento nazionale, oggi sede di mostre e mercatini (natalizi…), fu eretto faticosamente grazie ad una partnership coi genovesi, dopo il saccheggio compiuto dall’indomabile pirata turco Dragut il 4 luglio 1549. I rapallini lo “incendiano” ogni 3 di luglio, in occasione delle feste patronali per la Madonna di Montallegro, ricorrenza sentitissima… 

Baricentrico in passeggiata, vicino alla scenografica Porta delle Saline, ecco anche il curioso Chiosco della Musica, omaggio in stile liberty (1929) dei cittadini emigrati soprattutto in Cile e Argentina, che accoglie concerti bandistici ed eventi. L’affresco di Giovanni Grifo nella cupola raffigura, non a caso, tutt’i principali compositori italiani e stranieri.

Viceversa, al panoramico, celebre Santuario di Montallegro – ricco di ex voto – dal 1934 ascendono comodamente da piazzale Solari le cabinette blu di un’ardita funivia, 600 metri di dislivello in 7 minuti, evitandoti ripide curve e scalinate, che tuttavia attraggono i trekkers anche in direzione ascensionale (se appartieni al club, preventiverai circa 1,5 ore di cammino)…

Mi piace poi il defilato Museo del merletto al tombolo in Villa Tigullio*, che perpetua un artigianato spettacolare, cui sono fratelli i velluti di Zoagli e i damaschi di Lorsica (in Val Fontanabuona)… La tradizione risale al XVI secolo, allorquando le donne – già use in riv’al mare intrecciare le reti dei mariti pescatori – presero ad intrecciare fili, ciò che nel tempo divenne una sorta di reddito integrativo a beneficio della famiglia. Il tombolo è un cuscino di forma cilindrica su cui poggiare il disegno del pizzo, così da sovrannodarvi i fili, avvolti attorno a decine di fuselli, e ogni nodo va quindi fissato al tombolo con un’infinità di spilli (operazione peraltro così complessa che si confezionano soltanto pochi centimetri a sessione, e un telo completo può richiedere mesi ed anni).

Mi piace il gotico di Valle Christi (non lontano dall’assai tecnico percorso di golf a 18 buche), ducentesca fabbrica di Dio voluta dal patriziato non meno che dall’ordine cistercense, anch’essa monumento nazionale, oggi quasi “appartata” lungo una via che vide tanti transiti di viandanti, ma di cui ammiri la slanciata, inconfondibile torre campanaria… 

Mi piace l’antico complesso molitorio per cereali, castagne e olive, oggi micromuseo della cultura contadina, che incontri presso San Maurizio di Monti, tra suggestioni che fermano il tempo lungo una via del sale millenaria, in salita da via Betti lungo il rio San Francesco…

Anche a tavola, poi (e Liguria Food è, sin dal titolo, magazine per gastronauti), il Tigullio fa festa, coi pesci, i crostacei, l’olio DOP, i vini della DOC (Bianchetta, Vermentino, Ciliegiolo, Moscato…), e a Rapallo in particolare i pansotti di forma tendenzialmente triangolare (con la rituale sarsa de nöxe), e i cubeletti di pastafrolla farciti di confettura extra (cotogne)… Altre tipicità per buongustai sono le melanzane ripiene, il minestrone di verdure, il tortello di frazione Montepegli (sagra affollatissima a luglio), le zuppe di “buddego” (uno dei tanti sinonimi della rana pescatrice), il cappon magro, il miele delle piccole apicolture di collina, fra bei sentieri e mulattiere… 

E Rapallo, in frazione Santa Maria del Campo, ospita anche dal 1954 (fu in origine una piccola centrale del latte) “Latte Tigullio – Centro Latte Rapallo”, azienda molto attenta alla qualità produttiva e molto dinamica nella sensibilizzazione dei consumatori. Nel suo ampio catalogo di vendita, non a caso, anche la mitica prescinsêua, quella cagliata vaccina che per secoli e secoli fu il breakfast delle campagne (ad es. verso l’Aveto) e poi la miglior amica delle torte Pasqualine, ma che oggi si estende, versatile, verso mille altre ricette – certo non verso la focaccia di Recco… – .

Altro e di più, ora, sarebbe superfluo elencarti, a te Amico Lettore il piacere – pieds dans l’eau o sui declivi verdi – della verifica e della scoperta!

* Rapallo vanta anche altri musei, ed una biblioteca con un patrimonio recentemente censito di 53mila volumi

Umberto Curti

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