Intervista a Matteo Circella – Premio Michelin Sommelier 2021

Intervista a Matteo Circella – Premio Michelin Sommelier 2021

La Guida Michelin 2021 ha riservato finalmente soddisfazioni al territorio ligure. Oltre a due nuovi ristoranti stellati è andato a Matteo Circella del Ristorante La Brinca di Ne, sulle alture del Golfo del Tigullio, il premio Sommelier dell’anno. I responsabili della Guida hanno assegnato il premio con la seguente motivazione “per l’interesse ed appassionato garbo con cui racconta le caratteristiche dei vini da accostare ai piatti liguri della tradizione”. Ci è sembrato doveroso in redazione fare conoscere ai nostri lettori questo alfiere dei vini e della cucina ligure e quindi ecco l’intervista realizzata dalla nostra Elisa Alciati.

Matteo, dove nasce la passione per il vino?

La passione per il vino nasce prima di me in qualche modo, tre anni prima, insieme alla Brinca. In questa attività, mia mamma si occupa della cucina e mio padre della cantina. Io ho seguito le orme di mio papà e per fortuna mio fratello quelle di mia madre. 

La tua formazione si divide tra Università di Economia e la scuola per sommelier (AIS), come nascono e come si incrociano queste due strade?

Inizio la scuola sommelier subito dopo il liceo, diventando sommelier a 21 anni soltanto. 

Forse in quegli anni non avevo le idee troppo chiare, situazioni e amicizie condizionarono la scelta dell’università di Economia e il trasferimento a Genova per gli studi. Oggi posso dire che farla mi è servito a capire che è quello che non mi piace. 

Finiti gli studi poi arriva il momento di decidere di diventare grandi, così sono tornato a Né, alla Brinca. 

Quando arriva la decisione di partecipare al concorso Miglior Sommelier della Liguria e quanto è stata importante poi la vittoria nel 2016?

La decisione arriva poco dopo la laurea, quando torno a casa e mi dedico allo studio. Affronto il concorso con la consapevolezza di essere preparato.

È stata un po’ la presa di coscienza della strada che dovevo prendere, sicuramente un passaggio necessario.  

Poi arriva Slow Wine … 

Si, Slow Wine arriva circa un paio d’anni dopo il concorso. Qui in un certo senso trovo la mia dimensione in termini di concezione del vino: una dimensione che mi permette di viaggiare e approfondire le vite delle persone dietro il vino. 

Quando è nata l’attenzione per i vini naturali, biologici, biodinamici?

Non mi piacciono tanto le etichette “bio”, preferisco pensare ad un certo tipo di lavoro agricolo, un certo tipo di modo di lavorare e di concepire il risultato vino. Sicuramente è tutto partito dal corso AIS e dalla base Brinca. Due realtà che mi hanno dato modo di conoscere molte persone e approfondire continuamente. 

Un po’ come è successo con il mio gruppo di assaggi i Gottari (anzi per i social firendly i #gottari). Poi devo aggiungere che nella nostra zona, il Tigullio c’è sempre stata in generale una forte attenzione a questa tipologia di vino. Basti pensare a Triple A. 

La guida 2021 secondo te segna un cambio di passo in casa Michelin rispetto agli anni precedenti?

Sicuramente, al cento per cento. Però ci tengo anche a precisare che non è e non deve essere “vino convenzionale contro naturale” mi piace pensare che si tratti piuttosto di un approccio differente al cliente, più empatico, più vicino, più alla mano. Un modo per far viaggiare le persone con un calice di vino. 

In un’intervista hai detto che non servi vino ma stappi idee, proponi persone. Puoi approfondire questo concetto?

Si è appunto questa mia visione, riguarda questo modo di vedere la figura del sommelier. Infondo si tratta di essere il nodo di congiunzione tra il cliente finale e il produttore. Raccontare delle loro vite del loro modo di produrre il vino non è altro che convivialità e condivisione. Altro non è, che quello che il vino dovrebbe creare …o che vorremmo creasse.

Hai un nuovo progetto che questa volta coinvolge la vigna. Più ricerca di una nuova sfida più vicino alla terra o un modo per approfondire le tue conoscenze?

Diciamo che da un po’ di tempo sentivo il bisogno di fare qualcosa in più e come a volte succede nella vita è capitata questa occasione, di metterci in società fra tre ragazzi e provare a fare un po’ di vino. 

È qualcosa che ho sempre voluto fare e ci ho messo fin troppo a capirlo, forse per paura. Ad ogni modo quest’anno abbiamo fatto la prima vendemmia. Si tratta di un bianco e un rosso, entrambi uvaggi che saranno pronti l’estate prossima. 

Qual è il tuo auspicio con questo premio da Ligure?

Che la gente possa arrivare a pensare e a credere che nel Tigullio si possa bere meglio che a Firenze e in Liguria meglio che in Toscana.  Al di là dei filoni che una persona sceglie di seguire, la viticoltura, meglio se sostenibile, è fondamentale per la Liguria, per la conservazione del territorio. 

Quindi il vino buono va bene tutto. Prima di tutto è importante che esista.

Per avere il piacere di farvi condurre da Matteo Circella in una degustazione “stellata” potete andarlo a trovare presso:

La Brinca – Trattoria e Bottega

Via Campo di Ne, 58 – 16040 NE (Ge)

www.labrinca.it

Tel. 0185 337480

Si ringrazia per le foto Lido Vannucchi

 

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